Quella tribuna sul mare e le luci subacquee

Il primo spettacolo “Son et lumière” in Italia è stato realizzato nel 1958 al castello sforzesco di Milano con la rievocazione de “La grand’estate dei Duchi di Milano”. Ma già un anno dopo “Luci e suoni” è arrivato al castello Miramare di Trieste con la prima edizione dello spettacolo Massimiliano e Carlotta. Regia di Sandro Bolchi. Nel 1960 è stata realizzata una versione completamente rinnovata in lingua tedesca “Der Kaisertraum von Miramare” seguita poi nel 1963 dalla versione in lingua inglese “Maximilian of Mexico: An Emperero’s Tragey” realizzate con la regia di Marcel Prawy direttore dell’opera di Vienna. Nel 1974 la nuova edizione italiana nella traduzione di Mario Nordio “Il Sogno imperiale di Miramare” sempre con la regia di Marcel Prawy. Nel 1972 è stata realizzata anche una edizione in lingua slovena e serbocroata dal Teatro sloveno sulla falsariga della prima edizione del 1959. Nel 1994 lo spettacolo tradizionale si è alternato con “Buona sera signor Lehar” e “Bentornato Miramare” di Carpinteri, Faraguna e Gilleri, musiche di Franz Lehar, regia di Gino Landi. Gli spettacoli visibili dalla spettacolare tribuna sul mare sono andati in scena fino al 1999. Nel 2001 e 2002 sempre a Miramare, con attori in scena, nel piazzale dove era posizionata la statua di Massimiliano, è arrivato il turno di “Sono Felice nel mio caro Miramar” con la regia di Paola Bonesi. Dopo sedici anni, nel 2015, il grande ritorno: “Massimiliano e Miramare: un magico sogno per un Asburgo” con inserti storici e testo di Carlo Milic, regia di Serafino Marchiò Lunet, realizzazione 3d di Giovanni D’Alessio.
Proprio Marchiò Lunet ricorda i tempi d’oro di “Luci e suoni” quando «il pubblico era seduto su una tribuna elevate sul mare, con la visione frontale del castello e del porticciolo, la diffusione sonora multipista era affidata a sei colonne disposte a semicerchio intorno al pubblico sulla punta del molo con la sfinge, su un poggiolo del castello, in mezzo al parco, ai lati della tribuna e su due zattere posizionate sullo specchio acqueo». Qualcosa di incredibile: «Una magia policroma di luci, 343 proiettori di vario tipo, 368 quarzine, dava rilievo alla scenografia - aggiunge il responsabile di “Luci e suoni” -. Luci subacquee illuminavano dal fondo la piccola darsena e dietro ogni merlo era posto un proiettore, il parco era illuminato da una serie di luci generali e altri proiettori per gli effetti sui singoli alberi che conferivano effetti irreali ai tronchi ed ai rami». Una cosa che resterà nei ricordi. «Oggi una installazione di questo tipo (ovviamente nel nostro paese perché in tutto il resto del mondo dal 1952 ad oggi ciò avviene) - conclude Marchiò Lunet - sarebbe impossibile, considerato che è stato problematico persino il posizionamento di 2 torrette e di 2 diffusori sonori e 200 sedute nel 2015».(fa.do.)
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