Quella Cortina di Ferro che circonda l’Europa

Fra muri e fili spinati: in un volume specializzato, scritto in inglese, lo spazio chiuso sempre più simile a una sorta di impero. Il caso Gorizia

TRIESTE Una nuova, fragile Cortina di Ferro circonda l'Unione europea. Una linea composita, volta a separare tutto ciò che sta "fuori". Il "dentro", lo spazio Ue, è a sua volta attraversato da faglie più o meno invisibili. Sono alcune delle tesi forti esposte nel volume "The Walls between Conflict and Peace", edito dalla casa editrice Brill di Leiden (www.brill.com) nel 2017, e curato dal sociologo goriziano Alberto Gasparini, docente dell'ateneo triestino e fondatore dell'International University Institute for European Studies.

Nato da uno spunto emerso nel convegno "Il muro di Berlino e altri muri", a Gorizia, il volume raccoglie gli interventi di alcuni studiosi e copre tutte le tipologie di barriera esistenti oggi, dall'America latina al Medio oriente passando per l'Europa. Nella sua introduzione Gasparini rileva come i muri non siano solo barriere fisiche ma anche immateriali. L'esempio illuminante è la separazione invisibile eppure ferrea che divideva la parte democristiana della popolazione da quella comunista in un paese dell'Emilia degli anni ’50.

 

 

Il libro punta quindi a considerare non solo i muri che separano stato e società, ma tutti quelli che potrebbero dividere sistemi sociali o organizzazioni. Il giudizio è chiaro: «(...) i muri, enfatizzando uno stato o un'organizzazione come un sistema chiuso, sprecano una grande quantità di risorse, nella loro costruzione e nell'uso delle risorse che potrebbero venir impiegate altrimenti per migliorare le vite della popolazione e il funzionamento del sistema. I muri hanno l'effetto di aumentare l'entropia in una società».

Nel suo capitolo sulla nuova Cortina di Ferro europea, lo studioso Max Haller rileva come nella storia gli imperi abbiano innalzato muri, da Roma alla Cina. L'odierno spazio Ue, prosegue, si sta configurando sempre più come una sorta di impero: con un mercato comune, libera circolazione al proprio interno, trattati che ne regolano il funzionamento. Questo spazio chiuso si regola all'esterno erigendo una Cortina solo in parte fisica: uso restrittivo dei visti, controlli ai documenti, operazioni come Frontex, accordi coi governi africani per regolare il fenomeno migratorio.

Nella lettura di Haller la muraglia simbolica eretta dall'Ue è destinata a non aver lunga durata, perché minata da alcuni fattori: la sua contraddizione con i diritti fondamentali dell'uomo, la possibile identificazione di soluzioni alternative mentre l'Africa entra in una fase di maggiore stabilità, l'incapacità della retorica anti-immigrazione di afferrare la complessità reale del fenomeno.

 

 

Melania-Gabriela Ciot descrive le linee di divisione interne all’Europa. La prima è quella dell'Europa a due velocità, che divide il nord dal sud del continente. La seconda è quella che separa i primi 15 membri dell'Ue da quelli dell'Europa orientale, entrati nell'Ue dal 2004. Ci sono poi linee di carattere sociale, che dividono i paesi secondo i servizi forniti dallo stato sociale. Ciot si chiede se queste separazioni non derivino da un allargamento troppo repentino, per rispondersi però che la causa è da ricercarsi più probabilmente in una carenza di determinazione nell'integrazione europea. Il terzo macro-caso considerato è quello del confine Usa-Messico.

Una terza parte è poi dedicata a casi di proporzioni più ristrette, per arrivare laddove il volume è stato ideato, al caso di Gorizia-Nova Gorica. La conclusione del libro, di buon auspicio, esamina la possibilità che le due città gemelle sul confine italo-sloveno possano fondersi in una nuova, unica entità. Un'immagine in controtendenza in un mondo che, almeno per ora, sembra sempre più arroccato su muri, barriere e fili spinati.
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