Quel discorso in piazza Unità che inventò il nemico del regime

TRIESTE. «Nei riguardi della politica interna il problema di scottante attualità è quello razziale. Anche in questo campo noi adotteremo le soluzioni necessarie. Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito ad imitazioni, o peggio, a suggestioni, sono dei poveri deficienti, ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà. Il perché sono abituati a lunghi sonni poltroni. È in relazione con la conquista dell’Impero, poiché la storia ci insegna che gli Imperi si conquistano con le armi, ma si tengono col prestigio. E per il prestigio occorre una chiara, severa coscienza razziale, che stabilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorità nettissime. Il problema ebraico non è dunque che un aspetto di questo fenomeno. L’ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del Fascismo».
Così, un Benito Mussolini con la sua solita voce tonante, in una piazza Unità gremita e festante, annunciava, quel 18 settembre 1938, al Paese e al mondo intero, quelle leggi razziali che già il re Vittorio Emanuele III aveva firmato qualche giorno prima. Preludio a quello che qualche mese dopo, il 17 novembre, si trasformerà nel regio decreto 1728 «per la razza italiana».
Quella mattina di 80 fa il Duce, arrivato a Trieste sulla plancia di comando del cacciatorpediniere “Camicia Nera” attraccando al molo Audace, parla di «soluzioni necessarie» e addita «l’ebraismo mondiale» come un «nemico irreconciliabile». Già, un nemico. Per la prima volta il popolo italiano scopre di averne uno. Come tutte le dittature, anche il fascismo ha bisogno di crearsi il proprio nemico interno contro il quale mobilitarsi e far mobilitare il proprio popolo. Mussolini sceglie quel momento, quelle parole e quel luogo non a caso. Trieste è forse in quegli anni la città più internazionale d’Italia, con la sua anima cosmopolita e di frontiera. Lì c’è una delle comunità ebraiche più numerose del Paese. Lì, vicino ai suoi confini, l’Austria è già invasa dal Terzo Reich da qualche mese, la Cecoslovacchia è in pericolo e a giorni si terrà la cruciale Conferenza di Monaco. Quel giorno Mussolini “convoca” a Trieste i grandi giornali internazionali: quel messaggio sul nemico, sulle soluzioni necessarie e su quella «politica di separazione» deve arrivare forte e chiaro a tutti.
E domani, in occasione degli 80 anni, Trieste ricorderà quel triste discorso e le nefaste conseguenze che ne seguirono. Lo farà alle 18 al Teatro Miela dove verrà proiettato proprio il filmato originale del discorso di Mussolini pronunciato dal palco montato in piazza Unità. All’incontro parteciperanno Marcello Flores, storico dell’Università di Siena, e Paola Olivetti, membro dell’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza. La proiezione sarà possibile grazie alla collaborazione dell’Istituto Luce.
Alle 11.15, invece, il segretario del Partito democratico, Maurizio Martina, renderà omaggio alle vittime della Shoah deponendo dei fiori alla Risiera di San Sabba, unico lager nazista in territorio italiano.
Per quanto riguarda le celebrazioni organizzate dal Comune – in accordo con la Comunità ebraica, nel rispetto della festività dello Yom Kippur che cade proprio nella stessa data – ci sarà un primo momento di riflessione e memoria alle 10, in piazza Unità, vicino alla targa che ricorda le leggi razziali. Interverranno l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi, lo storico Roberto Spazzali, monsignor Ettore Malnati e il rabbino capo Alexander Meloni. La cerimonia ufficiale, organizzata con la Comunità ebraica di Trieste e l’Ucei, sarà invece il 21 settembre, alle 11, nella sala del Consiglio comunale. –
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