Quei soldati austroungarici morti negli ospedali italiani Una targa a Versa e Romans

La ricerca del Gruppo Speleologico Carsico di San Martino del Carso ricostruisce i nomi dei caduti curati ugualmente dai militari nemici 

la storia

ROMANS

Il Comune di Romans d’Isonzo e il Circolo ricreativo di Versa, hanno aderito al progetto internazionale promosso dal Gruppo Speleologico Carsico di San Martino del Carso, che può contare sul contributo della stessa amministrazione comunale, della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse, dell’associazione Meritum, del Museo di Storia Militare di Budapest e del Ministero della Difesa ungherese. L’iniziativa vedrà la posa di una lapide nei cimiteri di Romans e Versa, in memoria dei soldati austro-ungarici che, durante la Grande Guerra, morirono negli ospedali militari italiani dei due paesi. Merita ricordare, a più di 100 anni di distanza, che gli eserciti, pur in guerra tra di loro, curavano anche i soldati nemici negli ospedali militari a ridosso del fronte: memorie da custodire per far capire che nella bestialità della guerra c’erano pure uomini che non guardavano il colore della divisa.

Il nuovo progetto, presentato e concluso in questi giorni, è frutto di un’accurata ricerca storica nei numerosi archivi italiani e stranieri sui caduti austro-ungarici negli ospedali militari italiani di Romans e Versa. Perlopiù si tratta di soldati morti negli ospedaletti n° 76 e 92 in Casa Lang e villa Prandi a Romans, e n° 006, 75 e 77, nelle scuole, in casa Xillovich e casa Godina a Versa, ma pure in tanti altri ospedali da campo, dove si curavano i feriti giunti dal vicino fronte delle alture carsiche, poi sepolti nei cimiteri di Romans e Versa.

La ricerca ha portato alla luce centinaia di nomi di soldati austro-ungarici curati e deceduti in questi ospedali o altri presenti nell’ex territorio austriaco, fino a oggi dimenticati. Ritrovati pure circa 100 soldati italiani e soldati dell’ex territorio del Litorale Austriaco, che si spensero negli ospedali presenti nell’ex territorio ungherese.

Alla fine degli anni Venti, molti dei soldati sepolti nei cimiteri di Romans e Versa, vennero riesumati e traslati nel cimitero militare di Fogliano Redipuglia: di molti si persero le tracce e probabilmente finirono nell’ossario dei cimiteri stessi. Nella lapide di Versa, oltre ai nomi dei soldati deceduti negli ospedali militari, verranno ricordati anche i 717 soldati austro-ungarici sepolti nel cimitero militare, per lo più ignoti e tuttora sepolti nelle tre grandi fosse comuni nel cimitero austro-ungarico di Fogliano Redipuglia. Le lapidi, collocate sulle pareti delle due cappelle all’interno dei cimiteri di Romans e Versa, verranno inaugurate alla presenza di autorità italiane e straniere, non appena l’emergenza sanitaria lo permetterà. Si spera di poterlo fare la prossima primavera. —



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