Quei cassonetti straripanti in piazza della Borsa
Piazza Borsa, così arredata. Ma qualcuno le aggiunge forzatamente arredi di complemento che non sono proprio all’ultima moda, e lamentandosi di non poter fare diversamente lascia i sacchi dell’immondizia “seduti” davanti ai cassonetti a scomparsa, i più “chic” della città. Poi succede il prevedibile: i passanti si seccano, la gente si lamenta, i telefonini fotografano, Facebook diventa il più comodo dei lamentatoi cittadini, e tutto continua al suo ritmo. Ma si potrà venire a capo del problema, oppure no? Questo è quello che pensano gli uni, e gli altri.
I primi sono due esercenti di affollatissimi bar dell’area. Dice il “Rex”: «Quei cassonetti non li trovo mai vuoti. Siccome non mi va di sporcare per terra, butto i sacchi in via del Teatro romano, dove però non dovrei. Il sabato quando si lavora di più è veramente impossibile buttare le immondizie. Servirebbe vuotare più spesso». Rincara “La Portizza”: «Cassonetti troppo piccoli. Poco funzionali. Specialmente i sacchi dell’umido restano fuori, vengono lasciati a terra».
Chi però deve occuparsene, e vigilare sul servizio, e raccogliere il lamento, è di tutt’altra idea. L’assessore all’Ambiente Umberto Laureni è perfino severo: «Chiunque abbia da segnalare inconvenienti lo faccia attraverso il proprio rappresentante di categoria, oppure scriva al nuovo servizio Comunichiamo di Retecivica Trieste, o ancora segnali al numero verde specifico dell’AcegasAps che è 800.955988. Non diamo risposte al primo che critica, e il Comune non prende provvedimenti sulla base di alcun Facebook». Il suo collega Fabio Omero che si occupa di rapporti tra Comune e aziende partecipate assicura che ben due sono i sistemi di vigilanza: «Le guardie ambientali dell’amministrazione e il responsabile di zona dell’AcegasAps - dice Omero - ci segnalano sempre i problemi nell’area. Che hanno però un’origine diversa da quel che sembra: quei cassonetti hanno una “bocca” stretta proprio per impedire che ci vengano buttati dentro i cartoni, e invece la gente pretende di infilarci i sacchi grandi della spazzatura. Non riuscendoci, li lascia per terra. No - afferma Omero -, il prelievo è monitorato, e quando ci sono stati di sofferenza viene sempre aumentato, quindi non vedo criticità».
L’ultima parola ad AcegasAps. Che conferma: «Fuori da quei cassonetti giacciono sacchi di misura non “normale”, che non entrano quindi nelle bocche. Le quali, per la loro particolare fattura, non devono essere troppo grandi pure per ragioni di sicurezza. Qualcuno potrebbe caderci dentro». E dentro c’è un compressore. Capace di ingoiare 130 metri cubi di materiale, e di rimpicciolire di sei volte il volume dell’immondizia gettata. «Pertanto - dice Acegas - è solo una questione di buon senso e di buona volontà utilizzare nel modo giusto questi speciali cassonetti». Dove, si aggiunge, «vengono trovati anche cartoni, che invece non devono avere quella destinazione. Nell’area di piazza della Borsa esistono ben 9 punti di raccolta per gli imballaggi, e il prelievo è quotidiano».
Si spera dunque che gli uni e gli altri trovino un modo di convivere con questa “tecnologia” del rifiuto. Altrimenti, come sottolinea qualcuno, nei giorni di bora piazza della Borsa ne vedrà volare delle belle.
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