Quegli edifici storici che a Trieste nessuno vuole più

I palazzi Kalister e Arrigoni di via Sant’Anastasio e di piazza Dalmazia sono da anni in uno stato di avvilente abbandono. Difficile trovare acquirenti
Lasorte Trieste 13/04/12 - Piazza Dalmazia, Palazzo Arrigoni
Lasorte Trieste 13/04/12 - Piazza Dalmazia, Palazzo Arrigoni

Imponenti, storici, spesso citati nelle guide che accompagnano le visite alla nostra città, eppure desolatamente vuoti. Di palazzi storici disegnati e progettati da noti architetti ma purtroppo abbandonati, dimenticati e da anni senza una destinazione a Trieste ce ne sono parecchi. Alcuni negli ultimi anni sono stati salvati e recuperati grazie all’intervento dei privati. Gli enti pubblici per queste bellezze architettoniche non hanno più fondi.

AcegasAps, per esempio, ha salvato palazzo Modello. Un altro caso? E’ intervenuta la Unoponterosso a ridonare splendore a palazzo Genel e a palazzo Diana per trasformarli in residenze. La Carlyle ha ridato vita al complesso del Tergesteo, la Comelli Costruzioni sta lavorando al recupero del palazzo che un tempo ospitava il teatro Filodrammatico. E ci si chiede che fine faranno palazzo Biserini di piazza Hortis o il Carciotti che ormai perde pezzi.

Il viaggio tra i vecchi edifici di Trieste parte già da piazza della Libertà dove l’imponente palazzo Kalister, l’edificio all’angolo tra la piazza e via Sant’Anastasio, da anni è chiuso, sprangato. Di proprietà di un professionista triestino che sogna di vendere quegli spazi ad una catena alberghiera, è stato costruito a cavallo tra il 1879 e il 1882 su progetto dell’architetto Giovanni Scalmanini. Vuoti anche gran parte dei cinque piani di proprietà delle Ferrovie dello Stato che in piazza Vittorio Veneto un tempo erano destinati agli uffici dell’Istituto pensioni degli impiegati del Lloyd Austriaco.

Basta spostarsi di poco e arrivare in Largo Panfilli per imbattersi nella parte retrostante del palazzo delle Poste. Quella parte della costruzione oggi nelle mani della Fintecna Immobiliare è “ingabbiata” ormai da due anni.

Quando gli operai avevano montato le impalcature tutti speravano che la riqualificazione di quegli spazi avrebbero potuto ridare dignità a quella piazzetta ridotta a parcheggio. Indiscrezioni parlavano della realizzazione di un albergo ma ad oggi i lavori sono fermi. Non si vede un operaio. Non molto distante, in piazza Dalmazia, è sotto gli occhi di tutti l’avvilente abbandono di palazzo Arrigoni che doveva diventare il quartier generale della Banca di Credito di Trieste. Nel 1996 la Kreditna, in 40 giorni, viene prima messa in amministrazione controllata e poi subito ritenuta fallita e messa in liquidazione coatta amministrativa.

Vittima di quel crac anche il palazzo che costruito nel 1925 e completamente ristrutturato nel 1995 è disposto su otto piani gode di superficie lorda di quasi 9.670 metri quadrati, Ogni piano misura 1.100 metri quadrati tranne il settimo, destinato a sala convegni e sala interpreti. Ascensori, impianto di riscaldamento e aria condizionata, allarmi, rilevazione presenze e sistema di aspirazione polveri. Scrivanie, sedie, armadi, divani e banchi reception. Arredi per un valore stimato intorno ai 3 milioni e 600 mila euro. Ma l’edificio è chiuso.

Proseguendo verso il centro città ci si imbatte nell’imponente palazzo ottocentesco Ras di piazza della Repubblica. Disegnato da Arduino e Ruggero Berlam e articolato su 5 piani è inutilizzato da anni. Le generazioni più giovani non hanno mai potuto dare un’occhiata oltre quella ricca galleria d’ingresso e al di là della preziosa cancellata. La bella fontana centrale dell’atrio con il gruppo scultoreo di Giovanni Marin sono un ricordo di chi ormai ha i capelli bianchi. Su Corso Italia da tempo è invece sul mercato l’ex sede del Banco di Napoli. Abbandonata a tal punto che lo scorso anno era stato occupato dai disobbedienti.

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