Quattro strutture cittadine “ostaggio” della Soprintendenza

I vincoli non permettono di demolire il vecchio cinema della Stella Matutina e lo stabile di via Morelli. L’ex deposito dei tram rimarrà scoperchiato e il muro del Castello ha frenato i lavori dell’ascensore
Bumbaca Gorizia 07.01.2015 Ascensore Castello Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 07.01.2015 Ascensore Castello Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Cosa hanno in comune il vecchio cinema della Stella Matutina, l’ex deposito dei tram di via Di Manzano, la casa di via Morelli che rischia di cadere da un momento all’altro e il muro che ha “causato” tutta una serie di contrattempi alla realizzazione dell’impianto di risalita al Castello? Il filo rosso che unisce tutte queste “storie” è la Soprintendenza ai beni artistici e architettonici. In tre casi di parla di vincoli veri e propri che costringono il Comune a fare i salti mortali o, nella peggiore delle ipotesi, a non fare proprio nulla.

L’ex cinema

della Stella Matutina

È rimasto lì quell’orribile reticolo di travi in legno che assicura la stabilità del vecchio cinema della Stella Matutina. E dire che a settembre dello scorso anno doveva essere rimosso come emerse in un incontro fra il Comune e i tecnici dell’Università di Udine, proprietaria dello storico immobile. Ma come diceva Ennio Flaiano «in Italia nulla è più definitivo del provvisorio». E così tutto è rimasto fermo. E la beffa è che lo stabile (cadente e palestra di graffitari) non si può demolire perché è tutelato dalla Soprintendenza. Ormai quell’impalcatura è diventata il simbolo del degrado dello storico compendio della Stella Matutina. E dire che c’erano progetti ambiziosi per far rivivere quelle mura che trasudano storia. «Faccio un discorso generale che non riguarda specificatamente la Soprintendenza: la nostra - sottolinea Guido Germano Pettarin, assessore comunale all’Urbanistica - è una burocrazia attenta ma anche confusa, che si sovrappone e che porta, magari, alla nomina di commissari che hanno il scavalcare le norme imposte dalla burocrazia stessa».

L’ex deposito

dei tram

Stessa situazione per l’ex deposito dei tram di via Di Manzano. «Sì, i lavori sono finalmente iniziati - commenta Francesco Del Sordi, assessore comunale all’Ambiente -. Ma purtroppo la struttura rimarrà scoperchiata perché ci sono i vincoli della Soprintendenza che non permettono di intervenire. Per questo, non abbiamo programmato un eventuale ripristrino. Era necessario mettere in sicurezza il sito e siamo intervenuti. Certo, la vicenda è kafkiana: abbiamo un ente (l’Azienda sanitaria isontina) che ci ha, giustamente, imposto di rimuovere le lastre di amianto mentre un’altra istituzione (la Soprintendenza) non voleva che mettessimo mano alla struttura. Solo in Italia capitano queste cose...». Fa eco Pettarin: «Se la Soprintendenza non ci darà l’autorizzazione avremo una struttura vuota, senza tetto ed esposta alle intemperie. Ha senso tenerla in piedi?»

Il muretto

del Castello

È stato necessario redarre un nuovo progetto dell’ascensore al Castello per salvaguardare un tratto di muro presumibilmente appartenente al primo insediamento del maniero: si è dovuto modificare il percorso dell’impianto di risalita che, secondo gli ultimi elaborati realizzati sulla base delle indicazioni della Soprintendenza, sarà in parte interrato. Si tratta dell’ultima tranche dell’intervento riguardante la risalita, già in parte realizzata, così come la scalinata che consente di arrivare a Borgo Castello direttamente da Piazza Vittoria. Prima ancora, la Soprintendenza aveva approvato la realizzazione di una galleria ipogea per completare il secondo tratto dell’impianto di risalita senza intaccare gli antichi muri ritrovati nel luglio 2011.

La casa

di via Morelli

Infine, non si può demolire la casa pericolante di via Morelli. È vero che i tecnici del Comune supportati dalla perizia effettuata da un consulente esterno hanno constatato che le lesioni all’edificio asseritamente pericolante “non hanno ancora raggiunto la piena maturazione”. Inoltre, è stato accertato che un eventuale pericolo di crollo riguarderebbe la parte dell’edificio che si affaccia sul degradato cortiletto alla destra della facciata. Ma la palazzina è decisamente in pessime condizioni ed è così da anni. Il Comune aveva chiesto alla Soprintendenza l’autorizzazione a demolire la casa, ottenendo però risposta negativa.

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