Quattordicesima Inps: 900 pensionati devono restituirla

Anche i pensionati triestini colpiti dalla richiesta relativa al 2009, possibili 12 rate Fornero: ulteriori dilazioni. Spi-Cgil: spesso i nonni con quei soldi aiutano i figli
Di Silvio Maranzana
Lo stand dell'Inps all'interno del Forum della Pubblica Amministrazione, in una immagine del 25 maggio 2007 a Roma...ANSA/ETTORE FERRARI
Lo stand dell'Inps all'interno del Forum della Pubblica Amministrazione, in una immagine del 25 maggio 2007 a Roma...ANSA/ETTORE FERRARI

Sono in novecento, per nulla benestanti e neppure giovani. Sono i pensionati triestini che stanno per essere raggiunti da un’autentica beffa: l’obbligo di restituire la quattordicesima mensilità percepita nel 2009. «Si tratta di tre fasce di cifre - fanno sapere all’Inps - che equivalgono rispettivamente a 336 euro, 420 euro e 504 euro, anche se sono molto pochi coloro che hanno incassato il maggiore di questi tre importi. La cifra sarà diluita in 12 rate e verrà trattenuta sulla pensione, a partire da quella di novembre. Per la maggior parte di queste persone si tratterà di una trattenuta mensile di 30 o 35 euro». Ieri però è intervenuto il ministro del Lavoro Elsa Fornero. «Da quando è stata istituita la quattordicesima - ha affermato - l’Inps provvede alla liquidazione segnalando che ci saranno verifiche e, necessariamente, la verifica dei limiti di reddito avviene ex post. Tutti gli anni vengono richieste le somme indebitamente erogate e negli anni passati la dilazione è stata fatta su quattro mesi. Quest’anno, in considerazione del fatto che viviamo momenti difficili e i pensionati sono la parte più debole, l’Inps ha deciso di dilazionare la restituzione in 12 mesi. Ma io ho chiesto se era possibile diluire ancora di più, da parte del governo c’è sensibilità e impegno».

È stato nel 2007 che il Governo Prodi ha erogato un bonus per quei pensionati con redditi inferiori a 8.504 euro all’anno, che sarebbero 655 euro al mese per 13 mensilità. Per una parte dei tre milioni di aventi diritto l’erogazione si basava su una autocertificazione, ma quando l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibili i redditi per incrociare i dati, l’Inps ha riscontrato che 200mila pensionati complessivamente in Italia, dei quali 3.603 in Friuli Venezia Giulia e all’incirca 900 a Trieste, non ne avevano diritto. «Gli avvisi sono appena stati mandati e la prima protesta ci è giunta proprio oggi nella nostra lega di Sant’Anna», afferma Giovanna Del Giudice, segretario provinciale della Cgil pensionati: «A livello nazionale la nostra organizzazione si è già mossa nei confronti dell’Inps e la settimana prossima si svolgerà un direttivo nazionale che deciderà le forme di protesta. Ma voglio far rilevare - continua Del Giudice - come il fatto possa avere ripercussioni particolarmente pesanti proprio a Trieste dove c’è un numero altissimo di pensionati, spesso con pensioni molto modeste, che però in questi ultimi anni di grave crisi devono addirittura mantenere figli disoccupati». Contrarietà alle trattenute è stata espressa anche dalla Cisl pensionati che a propria volta varerà alcune iniziative per far sì che i controlli siano più tempestivi e la beffa non si ripeta.

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