Quattordicenne picchiato dal branco, monta la rabbia ad Opicina: «Vivere qui fa paura»
Residenti increduli dopo l’aggressione al giardino. «Ho due figlie di 10 e 13 anni, temo per loro». Indagini della Polizia

Lasorte Trieste 05/11/18 - Opicina, Via dei Salici, Giardino Blasina
TRIESTE Piove a Opicina e non passa nessuno in via dei Salici e nelle strade vicine al giardino Blasina. Due giorni dopo il pestaggio di un quattordicenne da parte di una baby gang formata da ragazzi poco più grandi, tutto sembra tornato normale. Poche anche le auto che circolano. Una di queste è una Fiat Bravo della Polizia che, a velocità moderata e seguita a poca distanza da un’altra pattuglia, perlustra la zona per monitorare il territorio e rassicurare i residenti. A loro, e a tutta la città, la Questura fa sapere di aver avviato subito le indagini necessarie a individuare i responsabili dell’aggressione, coordinate dalla Procura del Tribunale di minorenni.
Trieste. Difende un'amica, quattordicenne pestato da una baby-gang
C’è poca gente anche nel centro del paese, e i primi passanti incrociati non hanno molta voglia di parlare dell’accaduto. Alcuni, come Michele, non sanno nemmeno cosa sia successo: «Non sono di Opicina, ma ci lavoro e parcheggio la macchina sempre negli stalli vicino al cimitero. Sono allibito perché qui scene del genere non se ne sono mai viste».
«Un fatto come questo ci spaventa un po’ - gli fa eco Serena, 44enne che abita proprio nella via del misfatto -. Ho due figlie, una di dieci e una di tredici anni. È la prima volta che accade una cosa del genere, ma ciò che mi sorprende di più è l’ora in cui è accaduto il pestaggio: si parla delle 18.30 quindi il mio primo pensiero è stato “se passavo io, picchiavano anche me” perché è logico che in casi del genere ci si mette in mezzo a cercare di aiutare chi è coinvolto. Ci sentiamo soli qui ad Opicina, molto più che in passato: in caso di bisogno oggi dobbiamo chiamare i carabinieri che però partono da Aurisina... un po’ lontano sinceramente. Un’altra cosa che lascia perplessi - prosegue - è che la zona dell’accaduto è illuminata e interessata da continuo passaggio di persone, perciò mi sembra strano che nessuno abbia visto niente, a meno che la gente in casi come questo non giri la testa dall’altra parte. Un po’ di paura comunque ce l’abbiamo perché, pur abitando in una zona teoricamente tranquilla, non c’è da stare sereni. Del resto anche i continui furti nelle ville parlano da soli».
«Saranno stati sicuramente degli immigrati - sostiene una signora che passeggia trafelatamente dalla parte opposta della strada - . Anche Opicina ne è piena». Peccato che le vittime abbiano descritto gli aggressori come ragazzi italiani, attorno ai 17 anni.
Cessa la pioggia e in via dei Salici compare uno scoiattolo. Con lui anche i primi passanti. Tre ragazzi intenti a fumarsi uno spinello, due dei quali ignari di quanto fosse accaduto: «Non si può dire che Opicina sia diventata pericolosa – risponde l’unico al corrente dei fatti -. Di certo sono cose che accadono sempre più spesso e non solo a Trieste. Io non so come avrei reagito, di certo non me ne sarei rimasto con le mani in mano...»
«Attendiamo da anni le telecamere in questa zona - sostiene Susanna -. Al di là dell’immagine di facciata di paesino bello e ordinato, Opicina ha delle criticità non da poco, su tutte i furti nelle case, che ad un certo punto la scorsa estate sono arrivati ad avere cadenza giornaliera, non solo di sera e non per forza in assenza dei proprietari. Questa è la vera problematica del nostro borgo. O meglio, questa era l’unica problematica fino all’altro ieri. Voglio sperare infatti che quanto accaduto al ragazzino si tratti di un caso isolato, perché di cosiddette baby gang qui finora non ne ho ancora viste».
Cala il buio e si illuminano le strade. Le pattuglie azzurre della Polizia che un paio d’ore prima perlustravano la zona, ora non si vedono più. «Avranno paura anche loro - commenta caustico un ragazzo in procinto di andare all’allenamento di calcio - bisogna iniziare a stare attenti anche qui e se non altro imparare a difendersi da soli. Io cosa avrei fatto? È facile rispondere ora, meglio non pensarci ma al contempo essere preparati per saper cosa fare in quei casi».
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