Quasi quattromila oche danno spettacolo alla Cona

STARANZANO. Grande partecipazione alla “Giornata dell’oca” in programma ieri alla Riserva naturale regionale foce Isonzo, dove la natura ha aperto il sipario mostrando lo spettacolare “tappeto” di oche (lombardelle e grigie) che hanno raggiunto negli ultimi giorni la quota di quattromila esemplari, volatili giunti dal Nord Europa per svernare nell’area naturalistica.
La bella scenografia si completava con gli splendidi boschi golenali, i canneti, il mare, la foce del fiume e le caratteristiche “velme” (piccoli stagni di mare fangosi) e “barene” (isolotti che emergono con le basse maree), regni preferiti della maggior parte dei volatili.
Ne sanno qualcosa i numerosi visitatori che accompagnati dalla guida naturalistica Cristian Trani, hanno partecipato all’escursione organizzata dalla cooperativa Rogos (che gestisce la Riserva), sfidando i rigori dell’inverno e soprattutto le gelide raffiche di bora.
L’appuntamento è stato di forte richiamo soprattutto per gli appassionati di birdwatching, giunti anche dall’Austria e dalla Slovenia, armati di binocoli e macchine fotografiche munite di potenti teleobiettivi per immortalare immagini esclusive già dalla prima postazione dell’osservatorio della Marinetta.
Quasi per festeggiare l’importante giornata, è stato avvistato un esemplare di “oca collorosso”, una rarità la cui provenienza è la penisola Taymyr in Siberia dopo aver percorso quasi seimila chilometri.
Ma qual è il segreto dell’area protetta che oramai da diversi anni rappresenta una fortissima attrattiva per i volatili provenienti dal Nord Europa?
«Credo – spiega l’ornitologa Nicoletta Perco – che la Riserva si trovi in una felice posizione per quanto riguarda la rotta migratoria. Questi volatili, quando si sono fermati per la prima volta si sono trovati subito bene, trovando una situazione climatica e ambientale ideale. A a questa avanguardie hanno via via, con il passare degli anni, arrivi sempre più numerose».
«Questo è il momento migliore per l’osservazione – continua l’ornitologa - poiché le oche si riparano dal vento nella zona di ripristino ambientale, poi ci sarà un altro importante momento importante tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo quando cominceranno a rientrare nei loro siti di provenienza per la riproduzione». Ai volatili già presenti si sono aggiunte nei giorni scorsi anatre, alzavole e sul canale della Quarantia anche le morette.
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