Quasi azzerato lo sconto sui carburanti
Sul gasolio non c’è differenza. Asquini: «I benzinai devono farsene una ragione»
di Roberto Urizio
di Roberto Urizio
Mentre si susseguono gli attacchi allo sconto regionale sui carburanti, da Bruxelles e dall’Austria, i benefici della riduzione di prezzo si fanno sempre più limitati. Soprattutto per chi guida una vettura diesel, lo sconto sul gasolio è praticamente azzerato arrivando ad un massimo di soli 10 millesimi di euro nella fascia confinaria con la Slovenia che scende a 0,003 euro al litro nell’area più distante dal confine orientale.
Vale a dire che, se consideriamo 50 litri per un pieno, il beneficio non va oltre i 50 centesimi. Sconto decisamente più consistente per la benzina verde: 0,119 euro al litro nell’area triestina e isontina (quindi quasi 6 euro in meno per il pieno) che scendo a 0,074 euro nel pordenonese.
Lo sconto viene calcolato giornalmente in base alla differenza di prezzo tra benzina e gasolio sloveni e quelli italiani, prendendo come riferimento il prezzo minimo regionale. Fino all’anno scorso il confronto lo si faceva con il prezzo minimo di prima fascia (quella più vicina al confine) ma, in termini pratici, ad oggi non cambia nulla perché i due prezzi minimi corrispondono visto che la benzina più economica la si trova in un distributore di Gorizia (1,141 euro al litro) mentre per il gasolio bisogna recarsi a Tavagnacco (0,999 euro al litro) ma a Gorizia la si trova ad un solo millesimo di euro in più.
Per i rappresentanti dei benzinai siamo di fronte ad una «mancata capacità di esprimere una reale concorrenza dei prezzi rispetto alla Slovenia. – afferma il presidente della Figisc, Mauro Di Ilio - In questo generale marasma, bisogna capire che, mentre è fondamentale difenderci in ogni maniera dalle interpretazioni fuorvianti degli euroburocrati, mentre è giusto ed opportuno trovare una via d’uscita anche alternativa all’attuale sistema, bisogna mantenere la rotta saldamente entro due principi: il primo è quello di intervenire dove serve, il secondo è bisognerebbe intervenire subito e che ancora, dal 2008, non si è intervenuti per arginare questa emorragia. Chi va a spiegare ai Gestori di Gorizia, piuttosto che a quelli di Trieste o di Cividale del Friuli che, non solo non si intende fare alcunché per rimediare ad un anno e quat-tro mesi di disastro, ma magari si intende anche retrocedere la fascia di sconto attuale in modo tale che ciò che è già gravissimo diventi totale ed irreversibile?».
Ma l’assessore regionale Sandra Savino invita alla prudenza sulle valutazione rispetto alla possibile riparametrazione degli sconti partendo da nord e tenendo conto del prezzo austriaco, più basso di quello sloveno: «Al momento c’è solo in corso uno studio di fattibilità – afferma l’assessore – per cui non è il caso di creare allarmismi. Non c’è alcuna intenzione da parte nostra di penalizzare alcun territorio, in questo caso Gorizia e Trieste».
Ma per il consigliere regionale Roberto Asquini, «i benzinai di Trieste e Gorizia devono rendersi conto che il mondo è cambiato, non è colpa di nessuno. Bisogna superare i vecchi strumenti e trovarne di nuovi per superare le difficoltà».
Sul fronte della procedura di infrazione comunitaria, dopo l’invio delle deduzioni difensive da parte del Governo italiano, l’assessore annuncia una missione a Bruxelles nelle prossime settimane. Intanto la risposta della Commissione Europea potrebbe anche slittare: «Di mezzo ci sono le elezioni europee - ricorda l’assessore – e quindi è possibile che il responso venga espresso dopo il voto».
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