Quarantotti Gambini dimezzata Il comitato incalza il Comune
Un’ondata di malcontento si riversa sul Comune: da San Giacomo un comitato di cittadini chiede a gran voce risposte e chiarimenti sulla Biblioteca Quarantotti Gambini, da febbraio “aperta” con orari dimezzati per una decisione dell’amministrazione comunale. Lettori di tutte le età, studenti e gli abitanti del quartiere hanno deciso di fare fronte comune con una “class action” ufficiosa, per vedere maggiormente valorizzata l’istituzione culturale del rione.
Ad oggi in funzione per il solo prestito di libri, cd e dvd, la biblioteca rimane infatti chiusa al pubblico in mancanza di un adeguato piano sanitario per la fruizione dello stabile. Ma non è tutto. Ad affiancarsi al problema «riapertura in sicurezza» anche le questioni «tagli dell’organico e mancanza di formazione», elementi che hanno certamente generato livore nei confronti delle istituzioni comunali. Già in passato, con l’effettivo dimezzamento delle aperture, era stata presentata una mozione congiunta – da Giovanni e Balbo Maria Luisa Paglia – sia in circoscrizione (la quinta) che in consiglio comunale, tuttavia da allora non sono state reperite notizie certe, se non «lo spostamento di due operatori da qualche altro ufficio, senza che sia stato indetto alcun bando».
«Noi come istituzioni possiamo presentare un’interrogazione – ha spiegato la consigliera dem Paglia durante l’assemblea popolare di lunedì sera –; in questo modo obbligheremmo l’amministrazione a darci delle risposte entro un mese su quello che è stato fatto in questo periodo, anche se la sensazione diffusa è che non venga data nessuna priorità ad un investimento sulla cultura». E si tratterebbe di un vero e proprio investimento, perché, come ha ricordato la consigliera, la biblioteca non si configura come luogo adibito in toto alla lettura, ma su essa si sviluppa soprattutto progettualità, partendo dalle attività didattico- formative per bambini.
Per quanto concerne le istanze dei partecipanti, le formule poste al Comune restano inalterate da febbraio: è stata richiesta innanzitutto una celere risoluzione del problema, «in maniera strutturale», assumendo personale qualificato; l’individuazione di uno spazio surrogato, con il ripristino dei precedenti orari e con retribuzioni adeguate; infine il comune è stato invitato «ad ampliare ulteriormente» l’orario di apertura durante tutto l’arco della giornata. Ma la rivendicazione principale resta sempre la riapertura, sicura, aderente alle normative sanitarie e che tuteli in sicurezza chi lavora nella biblioteca e chi la frequenta.
«Bisogna verificare che ci sia volontà da parte dell’amministrazione, sono richieste fattibili, perché la biblioteca, anche come luogo dove studiare, va a colmare alcune carenze nel sistema del welfare» così una studentessa intervenuta lunedì sera, anche lei frequentatrice della Quarantotti Gambini. —
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