Quarantena e violenza sulle donne, volantini informativi e rifugi in albergo a Trieste

Patto tra Goap, farmacie e istituzioni per aiutare le vittime. L’isolamento imposto dall’emergenza Covid-19 rischia di esporre a pericoli gravi donne e figli. Una campagna informativa viene loro incontro

TRIESTE La convivenza coatta imposta dalle ordinanze contro la pandemia può rivelarsi molto pericolosa per le donne vittime di violenza domestica, a Trieste come nel resto del mondo. Nelle ultime settimane le operatrici del centro antiviolenza Goap hanno ricevuto richieste d’aiuto fatte nei pochi minuti strappati alla quarantena, andando a buttare la spazzatura o di nascosto dalla camera. Anche per questo il Goap, assieme al Comune, la Prefettura e l’Ordine dei farmacisti, ha realizzato delle locandine informative con tutti i numeri utili da collocare in tutte le farmacie in provincia. Perché il servizio di assistenza è operativo, seppur tramite telefono e videochiamate, anche nel pieno della pandemia (al numero 040 3478778, alla mail info@goap.it o sulla pagina Facebook del centro antiviolenza).

Il Goap di Trieste si è attrezzato da subito per affrontare la situazione di emergenza, come racconta Francesca Maur: «Siamo 11 operatrici al centro, quando sono iniziate le restrizioni abbiamo introdotto il telelavoro per abbattere i numeri. Rispetto al marzo dello scorso anno, però, abbiamo registrato un calo del 50% dei contatti». Com'è evidente le violenze non sono venute meno, ma con la quarantena è più difficile per le donne cercare aiuto: «Abbiamo quindi pensato di mettere le locandine nelle farmacie, con il sostegno dell'Ordine e delle istituzioni, in modo da far sapere che ci siamo, continuiamo a offrire i colloqui e, se necessario, anche ospitalità in emergenza». Il Goap ha attivato un servizio di ospitalità in albergo, dove far passare i 14 giorni di quarantena necessari a poter accedere alle case rifugio “ufficiali”. In questi giorni le locandine con tutte le informazioni sono state collocate nelle 69 farmacie della provincia.

Racconta Maur: «In effetti negli ultimi giorni abbiamo avuto diverse nuove chiamate». Telefonate che le donne fanno ingegnandosi per non essere scoperte: «Ci chiamano dalla camera, mentre vanno al lavoro, mentre buttano la spazzatura. Parliamo di donne con mariti violenti, ma in certi casi anche fratelli o figli». Una situazione resa ancor più difficile dalla tensione generalizzata che la “clausura” genera nella società tutta.

Commenta la vice prefetto Marzia Baso: «In questo momento è importante veicolare il più possibile i numeri di contatto dei centri anti violenza. Ci siamo fatti parte attiva di questa divulgazione, che estenderemo anche ai supermercati. Per fortuna esiste già una rete forte fra istituzioni sul territorio, che ora è un valore da mettere in campo».

Dice il presidente provinciale dell'Ordine dei farmacisti Marcello Milani: Eravamo in contatto con il Goap per un progetto nazionale, “Mimosa”, per la formazione dei nostri farmacisti in questo senso. Il progetto è stato sospeso per il coronavirus, ma con questa iniziativa facciamo un passo importante». Così l'assessore alle Pari opportunità Francesca De Santis: «Vogliamo rilanciare l’allerta e dire alle donne di non esitare a chiedere aiuto perché questi pericoli vengono percepiti come tali soltanto quando è troppo tardi, con il senno di poi». Conclude lassessore al Sociale Carlo Grilli: «Restare a casa, in situazioni di difficile convivenza, può essere davvero pericoloso. Vogliamo tenere l'alta l'attenzione e aiutare le donne a non dover combattere due nemici: uno dentro casa e uno fuori». —




 

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