Quarant’anni di attività tra targhe e trofei Gieffeci alza la coppa e taglia il traguardo

la storia
Quarant’anni di attività in un settore molto particolare, quello della produzione e della vendita di coppe, targhe, trofei. Due generazioni che si sono succedute alla guida dell’impresa. È un traguardo o importante quello che si appresta a vivere la Gieffeci, azienda familiare fondata il 2 maggio del 1980 dai coniugi Patrizia Grandi e Fulvio Gionchetti e sviluppatasi nei decenni successivi, fino al passaggio delle redini al figlio Stefano, concretizzatosi il primo gennaio del 2018. Una storia che vede fortemente intrecciati aspetti familiari e imprenditoriali.
«Era il 1980 – racconta Fulvio – e mi stavo guardando attorno, dopo aver fatto per qualche tempo il rappresentante, cercando un settore che non fosse particolarmente diffuso e nel quale ci fosse l’opportunità di crescere, di inventare, di creare qualcosa di nuovo. Eravamo sposati da poco – prosegue – e avevamo un grande entusiasmo. Analizzata la situazione, decidemmo che il comparto dei trofei poteva fare al caso nostro, anche perché potevo mettere a frutto le tantissime conoscenze che avevo fatto nell’attività precedente. Trovammo un piccolo locale in strada Vecchia dell’Istria, a due passi da piazzale Cagni, ancora oggi sede della Gieffeci – continua Fulvio – e partimmo. Da quel momento in poi – ricorda con evidente soddisfazione – la crescita è stata costante. Da subito ricevemmo incarichi dal mondo sportivo e non solo di Trieste e della provincia, ricevendo attestati di stima e conferme che la strada scelta era quella giusta».
Nel 1983 la nascita di Stefano a completare il quadro familiare: «Fin da piccolissimo – rammenta Fulvio – frequentò il negozio. Le prime corsette le fece proprio là, davanti alle vetrine. Nessuno poteva immaginare che un giorno sarebbe diventato lui il titolare». Fra i momenti di maggiore importanza, l’incontro con Emilio Felluga: «All’epoca – riprende Fulvio – lui era presidente del Coni e funzionario alla Cassa di risparmio di Trieste. Ci indicò a molte società sportive e, in seno all’istituto per il quale lavorava, seppe trovare i canali per permetterci di acquistare macchinari sempre più moderni e di ampliare il negozio, che infatti oggi è, come dimensione, il doppio di quello originale». Nel frattempo Stefano cresceva e studiava. «Qualche anno fa – conclude papà Gionchetti – parlai con mio figlio, appena laureatosi in Informatica, e gli proposi di subentrare a noi nell’attività. Disse di sì con convinzione e adesso la Gieffeci è sua, anche se i consigli e l’affiancamento di mamma e papà, quando serve, ci sono sempre».
Unico piccolo rammarico, l’impossibilità di poter festeggiare nella maniera adeguata, causa coronavirus. Ma l’emergenza prima o poi finirà e non c’è dubbio che i brindisi con amici e clienti, quando sarà possibile, non mancheranno. –
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