Quanto costano i consiglieri regionali Fvg Viaggio nel cedolino paga da 11 mila euro
TRIESTE. Per qualcuno sarà un già visto. Per qualcun altro una prima volta decisamente gustosa. Perché è vero che l’intervento di inizio mandato di Debora Serracchiani, nel 2013, ha ridotto le indennità dei consiglieri regionali, ma la busta paga resta comunque bella ricca e viaggia tra i 6.500 e gli 8.500 euro netti al mese. Una modifica degli stipendi di Palazzo non è all’ordine del giorno del centrodestra che governerà per i prossimi cinque anni. E dunque, a meno di sorprese, i consiglieri di piazza Oberdan continueranno a pesare sulla collettività per poco meno di 500 mila euro al mese, 6 milioni all’anno.
La situazione attuale ha origine dal decreto Monti, una delle tante sforbiciate del governo dei Professori. Il principio della legge 213/2012 fu di fissare un tetto alle indennità di funzione e di carica prendendo come riferimento le amministrazioni virtuose: l’Umbria per i governatori, l’Emilia Romagna per i semplici eletti, l’Abruzzo per i finanziamenti ai gruppi. E dunque si decise che in periferia presidenti di giunta e consiglio non potevano superare i 13.800 euro lordi mensili, i consiglieri regionali 11.100 e i gruppi 5 mila euro per ogni seggio. Le Regioni furono chiamate a prendere atto, recepire la normativa nazionale, tramutarla in legge locale e applicarla senza poter rimandare alla legislatura successiva. Il Friuli Venezia Giulia, con la legge 10 del 2013, ha così ridotto a 6.300 euro l’indennità di presenza mensile - in precedenza fissata a 10.291 euro - e previsto una quota di rimborsi onnicomprensivi di 3.500 euro (2.500 per i consiglieri delle circoscrizioni di Trieste e Gorizia). Un totale tra gli 8.800 e i 9.800 euro lordi al mese, che sta sotto il “tetto Monti” tra l’11 e il 21%. Anche se poi si gioca più che altrove con l’indennità di carica - che spetta al presidente dell’assemblea legislativa, nella legislatura appena terminata Franco Iacop, e vale 3.780 euro - e di funzione, variabile tra il 30% (1.134 euro) e il 40% (1.512 euro) dell’indennità di carica, a premiare vicepresidenti e segretari dell’ufficio di presidenza, presidenti delle commissioni e dei gruppi. Su queste basi si costruiscono le buste paga dei 49 eletti. Anche quelle dei pentastellati che, come noto, ne restituiscono una quota per sostenere le Pmi come indicato nel sito tirendiconto.it
Concretamente, il soldatino “semplice” senza indennità di carica e funzione e con un rimborso da 2.500 euro perché residente nella Venezia Giulia porta a casa 8.800 euro lordi. Un assegno che, applicate trattenute, addizionali e aliquote Irpef, si traduce in 6.488 netti mensili. Il capogruppo della provincia di Udine e Pordenone che aggiunge pure l’indennità di funzione da 1.512 euro, vede invece trasformati gli 11.312 euro lordi in 8.493 netti. Il super stipendio è dunque rimasto nonostante il decreto Monti e la volontà di Serracchiani di incidere sin da inizio legislatura sui costi della politica. Ma, se la riduzione dell’indennità di presenza a 6.300 dai precedenti 10.291 euro valeva il 39%, sui rimborsi la Regione ha aumentato i costi. Se infatti fino al 2013 in busta paga entravano un fisso mensa di 735 euro e un rimborso per le spese di esercizio automezzo pari a 549,15 euro per gli eletti di Trieste, 1.537,62 per i goriziani, 2.196,60 per gli udinesi, 3.294,90 per carnici e pordenonesi, per un totale di 106mila euro al mese, i 2.500 euro per triestini e goriziani e i 3.500 euro per udinesi, tolmezzini e pordenonesi, pesano 154mila euro, quasi il 50% in più.
Pure sulla “funzione”, l’indennità che spetta ai due vicepresidenti del Consiglio, ai quattro segretari dell'Ufficio di presidenza, ai presidenti delle commissioni e del comitato per la legislazione e ai presidenti dei gruppi consiliari, ci si è mossi in libertà. Ai vice, in precedenza, veniva consegnato mensilmente un “plus” del 18% dell'indennità di presenza (1.852,55 euro), agli altri il 12% (1.235,03 euro). È previsto poi che «ai consiglieri eletti a far parte dell'Ufficio di presidenza compete un’indennità aggiuntiva di funzione nella misura del 40% dell'indennità di carica del presidente del Consiglio se eletti vicepresidenti e nella misura del 30% se segretari». Parrebbe un taglio se non che piazza Oberdan, in seguito, ha alzato dal 50% al 60% dell’indennità di presenza l’indennità di carica del presidente del Consiglio e di quello della Regione. Un aumento che beneficia, a cascata, tutti i “fortunati” con indennità di funzione. Non sorprende dunque che quella voce per un capogruppo si sia alzata con le nuove regole di 277 euro: dai 1.235 di cinque anni fa ai 1.512 euro di oggi: +22%.
La giunta Serracchiani è pure intervenuta sull’indennità di fine mandato, riducendola da 53mila euro lordi a poco più di 30mila. Ma, se prima i consiglieri si vedevano trattenuto il 5% dell’indennità di presenza (514 euro al mese, circa 30.850 euro nel quinquennio), ora non contribuiscono nemmeno per un centesimo. Un passo avanti in direzione risparmio è legato però al fatto che il trattamento a favore degli ex vale ora al massimo per due legislature.
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