Quante macerie cinematografiche

«È una vergogna. Le persone che distruggono i cinematografi andrebbero punite. Bisognerebbe che fossero pubblicati i nomi e le fotografie dei responsabili che permettono la perdita a Trieste di un luogo consacrato come il Cinema Excelsior». Il 15 novembre 2008 Tullio Kezich lanciò il suo anatema contro la chiusura della sala dove il critico triestino aveva visto "Tempi Moderni" di Chaplin. L’Excelsior di via Muratti è stato l’ultimo cinema ad abbassare la saracinesca. Chiuso con sei anni di anticipo per farne una palestra di fitness (inaugurata proprio in questi giorni). «Succede dappertutto, ma Trieste è all'avanguardia nella distruzione dei cinema», disse sconsolato Kezich che è scomparso il 17 agosto 2009. Le macerie cinematografiche di Trieste sono enormi. In galleria Fenice c'era il cinema omonimo. Sono "morti" da tempo, il Grattacielo in via Battisti, in via san Francesco l'Arcobaleno (poi diventato Ritz) che oggi ha lasciato posto a un Center Casa. Molto popolari erano anche i "cine" di seconda visione quali l'Aurora di via del Bosco, oggi sala dei testimoni di Geova, il Moderno di via dell'Istria sventrato per lasciare posto a un supermercato e il Capitol di viale d'Annunzio. Un discorso a parte per il Cristallo, riciclatosi felicemente come teatro (la Contrada).
Ma negli Anni Sessanta e Settanta Trieste pullulava di cinema di terza visione. Era il caso del Vittorio Veneto di via Filzi, l'Astra di via Stock (ora una banca), l'Alabarda di Largo Barriera (altro supermecato), oppure dell'Impero di via Battisti, oggi negozio di giocattoli. I cinema rionali erano allora dei veri e propri punti di aggregazione. Tra i più gloriosi il "Buffalo Bill" di via Raffineria; il Cinema Massimo di Barriera Vecchia; il Venezia di piazza piccola, dietro il comune; e il glorioso Alcione di via Madonnizza. Discorso a parte meritano i cinema luci rosse: ricordiamo il Radio, il Filodrammatico di via degli Artisti e il Mignon in Viale XX Settembre, chiamato negli anni 20 Novo Cine, ed oggi Fellini. Da ricordare anche il cinema del Mare, poi Aldebaran, oggi teatro Miela; il Cinema Abbazia di via Cadorna; il Lumiere di via Flavia, aperto dal 1951 al 1997 e trasformato in una palestra; il Garibaldi di via delle Zudecche. Poi l'Alabarda, il Cinema Teatro Regina. Se nel 1956 a Trieste si poteva scegliere fra 35 sale diverse, nel 1989 il numero era già sceso a 11. Oggi ce ne sono sette, tre delle quali sono dei multisala.
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