Quando Veronica recitava al Verdi di Gorizia

Il fotografo Altran: «Era educata, quasi timida e di una bellezza assoluta»
GORIZIA «Disponibile, educata, quasi timida e di una bellezza assoluta». È il ritratto di Miriam Raffaella Bartolini fissato da Arduino Altran, goriziano, 77 anni, uno dei più premiati fotografi italiani e per quasi mezzo secolo fotoreporter del Piccolo di Gorizia. Di Miriam, Altran conserva gelosamente 28 fotografie in bianco e nero. Le ha esposte solo una volta, anni fa in una mostra a Trieste, senza tuttavia svelare chi fosse quella meravigliosa creatura che aveva immortalato in un camerino del Teatro Verdi di Gorizia, nel 1977. All’epoca la promettente attrice bolognese Miriam Bartolini non era ancora diventata Veronica Lario e non aveva ancora conosciuto - cosa che sarebbe accaduta tre anni dopo - Silvio Berlusconi. Non è stato facile convincere Arduino Altran a pubblicare in esclusiva sul Piccolo almeno alcune di quelle 28 fotografie. Gli sembrava di commettere quasi un oltraggio a quella bella e semplice ragazza che, 32 anni fa, si prestò ad essere il soggetto della serie «Ritratto d’artista».


«Al teatro Rossetti di Trieste, grazie all’aiuto dell’amico regista Francesco Macedonio, avevo realizzato una serie di fotografie intitolata ’Dietro le quinte’ - ricorda Altran - . Ma quando le stampai mi accorsi che mi mancava qualcosa per potermi ritenere soddisfatto. Così chiesi ancora aiuto a Macedonio, il quale in quel periodo era il regista di uno spettacolo che faceva tappa proprio al Verdi di Gorizia. Mi indicò una giovane attrice, che si dimostrò disponibile a farsi riprendere nei momenti in cui l’attore si appresta a entrare sul palcoscenico e nelle pause tra una scena e l’altra. Rimasi folgorato dalla bellezza della signora Miriam. Feci una cinquantina di scatti in non più di venti minuti. Il risultato fu sorprendente. Alcune settimane dopo dopo le inviai le foto a Bologna». E adesso, dopo 32 anni, quelle foto emergono dallo straripante archivio di Altran.


Ma cosa ci faceva a Gorizia Miriam Bartolini? Il Teatro Stabile di Trieste stava portando in scena la commedia «L’idealista», tratto dal romanzo dell’autore sloveno Ivan Cankar. Il titolo originale del romanzo è «Martin Kacur» e narra delle traversie di un maestro ucciso dall’alcol. Fulvio Tomizza scrisse la riduzione teatrale, e per il ruolo di protagonista fu scelto Corrado Pani. Più problematica risultò invece la scelta della protagonista femminile, tanto da indurre lo Stabile di Trieste a effettuare dei provini. Da Bologna si presentò la semisconosciuta Miriam Bartolini, che sbaragliò le rivali e fu scritturata.


Non solo bella, ma anche molto brava, in particolare nei ruoli drammatici, Miriam non fece mai rimpiangere la scelta di averla ingaggiata. Poi l’incontro con Altran e i 28 scatti di «Ritratto d’artista» in cui si vede l’attrice in camerino, sorpresa nelle piccole, quotidiane operazioni del trucco; sorpresa nel calzare una scarpetta, nell’indossare una gonna, nel provare uno scialle o un cappellino bianco di fine Ottocento, «con la serietà vezzosa di chi vuol apparire e posa anche la noia e l’abbandono». Parole, queste, ispirate al regista Macedonio dalla bellezza di Veronica Lario.

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