Quando al lavoro c’era anche il rumorista

Calacione: in 120 al concorso per annunciatrice. Metelli, da assistente musicale a responsabile programmi
Foto Bruni 08.10.14 Capitaneria Porto:incontro sul navigare sicuri
Foto Bruni 08.10.14 Capitaneria Porto:incontro sul navigare sicuri

C’era una volta la Rai degli sceneggiati radiofonici e delle grandi dirette dei concerti, la Rai delle figure ormai scomparse, come quella del rumorista, dell’assistente musicale e delle annunciatrici dalla dizione perfetta, la Rai dell’analogico, della pellicola da sviluppare e tagliare con la forbice, dei ciak pseudocinematografici.

In mezzo secolo di storia sono stati numerosissimi i cambiamenti tecnici affrontati dal mezzo radiotelevisivo. Ricorda Maurizio Calligaris: «All’inizio fare televisione era una cosa molto impegnativa perché si registrava su pellicola, che poi andava sviluppata. Quando le nostre troupe uscivano in Friuli e in Carnia erano sempre formate da quattro-cinque persone: c’erano il giornalista, il cineoperatore, il fonico, l’autista, l’elettricista. Il filmato andava sincronizzato con il sonoro e per farlo usavamo dare il ciak, come al cinema».

Anche la radio era molto diversa: «Nelle centinaia di sceneggiati radiofonici che ho diretto ho sempre cercato di rifarmi al cinema – sottolinea Marisandra Calacione, che in Rai fu attrice, annunciatrice e programmista regista -: mi piaceva l’idea di raccontare battaglie e storie di navigazione, e non fare soltanto una sorta di teatro da camera. Ma per richiamare alla fantasia le ambientazioni era necessario che il sonoro riproducesse nella maniera più realistica possibile anche i rumori. Così, anziché affidarmi ai dischi, che inizialmente erano fatti davvero male, i rumori li creavo io, dai passi sul selciato a quelli sulla neve».

Ma in passato in radio si trasmettevano anche moltissime registrazioni dei concerti, si seguivano le prime al Verdi e al Rossetti, si faceva produzione musicale. «Quando entrai in Rai fu perché vinsi il concorso come assistente musicale – ricorda Euro Metelli, che poi divenne programmista regista e infine responsabile dei programmi -: una figura ormai scomparsa. Ma all’epoca si faceva molta produzione radiofonica musicale, si registravano un sacco di gruppi dalle sedi regionali. Anche nei primi anni della tv regionale continuammo a fare riprese dei concerti. È stata un’esperienza artistica meravigliosa, perché ho avuto modo di conoscere alcuni dei grandi della musica di allora, dalla classica, con Alfonso Mosetti, prima viola dell’orchestra sinfonica Rai di Torino, al jazz e alla musica leggera, con Gianni Basso, Lelio Luttazzi, Roberto Pregadio».

All’epoca la tv regionale era molto selettiva: lavorava ancora in regime di monopolio e garantiva un trattamento economico di tutto rispetto, tanto che venire assunti in Rai significava essere a posto per la vita. «Quando feci il concorso per annunciatrice – racconta Calacione – al primo turno eravamo circa in 120, ma già il secondo giorno ci ritrovammo soltanto in tre. A un’annunciatrice Rai richiedevano una dizione perfetta e grandi doti comunicative». Certo, era anche piuttosto ingessata: «Tra la televisione e la radio ho amato molto di più quest’ultima – dice Augusto Re David -. Con la tv mi sono divertito di meno, perché all’epoca si era molto rigidi. C’era l’obbligo di portare giacca e cravatta, ma io avevo un’unica cravatta, che ho utilizzato per anni. Molti telespettatori mi ricordano proprio per quello, per quella cravatta che mi ha accompagnato in video per anni». (g.b.)

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