Qualità della vita a Trieste, Razeto: «Conforta la vitalità delle esportazioni. È la vocazione del Fvg»

TRIESTE Gli indicatori economici descrivono un Fvg sostanzialmente in salute, dinamico e con incongruenze e paradossi, primo tra tutti quello che vede Trieste primeggiare nel numero di start up innovative e sprofondare all’ultimo posto per imprese registrate.
Per Sergio Razeto, presidente di Confindustria Venezia Giulia è importante ricordare che «Trieste non ha, oggi, una vocazione industriale: basti pensare che solo il 10% del Pil provinciale viene dal settore secondario, quando la media della regione è, se non ricordo male, intorno al 18-20%». Start up innovative che trovano terreno fertile in una delle località con il più alto numero di ricercatori per abitante d’Italia e d’Europa. «A Trieste – ricorda Razeto – ha sede l’Area Science Park di Padriciano, quindi non mi sorprende il dato relativo alle start up. In questo campo anche Confindustria si sta muovendo, allo scopo di creare un collegamento tra le imprese della Venezia Giulia e le università. Si tratta di una cosa molto importante per due ragioni: la prima è il trasferimento dell’innovazione e l’altra è quella di creare terreno fertile per indirizzare i giovani verso le materie scientifiche, che attualmente scarseggiano».
Ma il paradosso triestino non è il solo che traspare dai dati delle classifiche e degli indicatori: anche provincie vocate all’industria come quelle di Udine e Pordenone non sono nella prima metà della classifica. «Il 94.mo posto di Pordenone non riesco a giudicarlo – sottolinea il presidente di Confindustria VG – e mi stupisce non poco. Anche il 76.mo di Udine è sorprendente. Credo comunque che i dati delle due provincie friulane siano da attribuire alla tipologia d’impresa».
Ritornando a Trieste, per Razeto «i dati parlano di una città ricca, che spende molto per i viaggi, che sa anche risparmiare. Poi non va dimenticato anche il fatto che il 20% della popolazione attiva è legata al lavoro dipendente pubblico». Altro dato molto positivo, aggiunge il presidente di Confindustria Vg, è quello legato alla «quota export del Pil», con le buone performance di Udine, Pordenone e Trieste, tra le prime trenta della classifica nazionale, «a conferma della vocazione del Fvg». «Un dato che – secondo Razeto – va evidenziato e che indica che c’è un substrato sano è anche il limitato numero di protesti pro capite».
Sul fronte retribuzioni e differenze di genere secondo Razeto «siamo di fronte a un gap abbastanza elevato, cosa che francamente mi stupisce. Non credo che, almeno a Trieste, lo stesso ruolo sia retribuito a una donna meno rispetto a un uomo, anche se sicuramente più si sale verso i vertici più le differenze di retribuzione si fanno sentire». Infine, buoni appaiono anche i dati relativi alla disoccupazione: «Per quanto riguarda quella giovanile – conclude Razeto – come Confindustria stiamo spingendo con interventi per aggredire il problema alla base, partendo sin dalla scuola media inferiore, al fine di indirizzare i giovani verso quelle scuole superiori che consentano loro di trovare lavoro più agevolmente. È chiaro che occorre indirizzare anche i genitori, per far loro capire che è importante avere in casa non solo un laureato ma anche un buon perito». —
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