Puzzer: «Avanti fino a quando non toglieranno il green pass. Denunce verso chi ci ha sgomberato in porto, pure verso il ministro Lamorgese»
In 1500 al corteo No-Pass, in testa i sanitari sospesi. Proteste
dei residenti: «Vergognatevi, andate a casa»

TRIESTE. «Si andrà avanti fino a quando non toglieranno la carta verde. Fermare le manifestazioni sarà come fermare l'acqua: il governo sta per implodere».
Lo ha detto Stefano Puzzer, uno dei leader della protesta no pass, durante una conferenza stampa a Trieste, in merito a nuove eventuali restrizioni, come un super Green pass, al vaglio del Governo. «Inizieremo a informarci» sui nuovi provvedimenti, ha spiegato, «e seguiremo non solo quello che dicono tv e giornali perché non è oro colato tutto quello dicono. Bisogna avere un confronto tra il Governo e chi non la pensa come l'Esecutivo».
Denunce contro gli sgomberi
«Il 18 ottobre siamo stati spazzati via senza motivo e quindi partiranno e sono già partite delle denunce. Saranno indirizzate penso anche al ministro dell'Interno fino a chi ha dato l'ordine di sgombero in porto». Lo ha detto Stefano Puzzer durante una conferenza stampa a Trieste, dove il leader della protesta no green pass, che definisce «una battaglia sulla libertà di scelta», ha parlato prima «da membro del Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste» poi da «lavoratore portuale, che ero, sono e sarò» e infine da «cittadino». «Le denunce», ha continuato, però verranno indirizzate anche «a tutti coloro che ci hanno offeso dicendo che siamo come le brigate rosse e che hanno definito i non vaccinati untori e disertori». Puzzer, che è oggetto, ha detto, almeno di quattro accertamenti oltre al foglio di via, ha anche parlato del licenziamento del collega Fabio Tuiach. «Chi tocca uno, tocca tutti - ha sottolineato - : noi portuali saremo i primi a difenderlo fornendogli avvocati e stando assieme lui: quando il licenziamento verrà ratificato, tutti i lavoratori del porto si fermeranno». Puzzer si è infine rivolto al presidente dell'Autorità portuale Zeno D'Agostino. «Non mi ero mai permesso finora di farlo - ha detto -, ma visto che all'inizio aveva attaccato me e poi ora vedo il ritiro del protocollo con il Clpt, un attacco personale nei miei confronti, dico che speriamo che usi la stessa celerità con cui ha chiesto il ritiro del protocollo per occuparsi di controllare finalmente la sicurezza all'interno del Porto, dove ancora non vengono rispettate del tutto da parte delle aziende le misure anti-Covid, invece di fare favoritismi al Governo».
Il corteo No Pass: in testa i sanitari sospesi
Intanto è partito nel pomeriggio di martedì 23 novembre da piazzale delle Puglie il corteo No pass.
«Fino a ieri lavoravo al Burlo, da oggi ho deciso di sospendermi: non posso stare a questo sistema ricattatorio Sono una guarita e con i miei anticorpi mi sento molto più sicura di tutti i colleghi vaccinati. Non posso pensare il vaccino sia esteso ai bambini. Per questo rischio il mio stipendio».
È una delle prime voci urlate dal megafono del corteo no green pass, partito da Chiarbola. I manifestanti sono circa 1500 secondo i primi numeri della Questura. In testa al corteo i sanitari sospesi, vestiti anche con le tute ormai diventate simbolo dell’emergenza sanitaria. Cartelli e manifesti indicano i soliti slogan “no green pass, no apartheid”. Ma dalle finestre del quartiere popolare, dove stanno sfilando i partecipanti, si sentono anche le prime voci che rispondo al coro “no green pass”. “Vergogna, basta con questi cortei, andate a casa”, urla qualche residente e passante. Il percorso passato per San Giacomo si è concluso in piazza Perugino.
Dalle finestre del quartiere popolare, dove il corteo è avanzato si sono sentite anche voci discordanti: «Vergogna, basta con questi cortei, andate a casa». L’iniziativa è stata promossa dal Coordinamento no green pass Trieste. Traffico in difficoltà.
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