Puzza, alimenti scaduti e degrado chiuso kebab in via Sant’Ambrogio
La rivendita di kebab e pizza sotto i portici di via Sant’Ambrogio, gestito da un cittadino di origine bengalese, rimarrà chiusa fino a quanto non saranno sanate tutte le carenze igienico-sanitarie riscontrate da un controllo effettuato martedì mattina dal comando della polizia locale in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina.
La verifica è scattata in seguito alle segnalazioni pervenute al comando per la presenza di forti odori provenienti dall’esercizio pubblico ed ha riguardato i molteplici elementi indispensabili per una corretta gestione degli alimenti destinati al pubblico: la pulizia dei locali, i requisiti strutturali del locale e la loro manutenzione, la formazione del personale e le norme di comportamento del personale.
L’esame visivo della zona cucina ha consentito di rilevare le carenti condizioni igienico-sanitarie, sia sugli strumenti di lavoro sia sui frigoriferi.
Con il sopralluogo è emerso anche il motivo della segnalazione, in quanto la cappa aspirante, come spiega il comandante della polizia locale Rudi Bagatto, risultava non funzionante e pertanto gli odori fuoriuscivano sia dalla porta del locale sia verso la porta posteriore nella corte interna dell’immobile.
Scorrette anche alcune procedure di congelamento di merce acquistata fresca e non congelata come da regolare procedura.
Il controllo si è concluso perciò con il sequestro amministrativo di circa 11 chilogrammi di alimenti per diversi motivi, per i quali sono state accertate le non conformità, perché sprovvisti delle garanzie previste dalla legge o dalle procedure interne che l’operatore sanitario alimentare si era dato.
Saranno formalizzate nei prossimi giorni sanzioni amministrative per circa 5 mila a carico del titolare dell’azienda.
«L’analisi degli alimenti contenuti nei frigoriferi ha portato al rinvenimento anche di cibo cosparso da muffa e pertanto si è proceduto al sequestro penale dello stesso», aggiunge il comandante. Il titolare dell’esercizio pubblico è stato quindi pure denunciato a piede libero per il reato previsto dal Testo unico sulle leggi sanitarie.
Il locale è stato chiuso ed è stata ordinata la sospensione di ogni attività di manipolazione e somministrazione degli alimenti sino a quando non sarà stato posto rimedio alle carenze accertate.
«Fondamentale per la corretta gestione degli alimenti è conoscere la normativa comunitaria – spiega il comandante Bagatto – che attraverso le proprie prescrizioni permette di far conoscere agli operatori del settore che manipolano le materie prime le basi per una gestione salubre.
« Purtroppo l’unico dipendente presente al momento del controllo che aveva appena aperto il pubblico esercizio parlava e comprendeva a stento la lingua italiana, non riuscendo neanche a spiegare la provenienza degli alimenti presenti nei frigoriferi senza etichettature e senza le date di realizzazione dei prodotti». (la. bl.)
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