Putin in Slovenia il prossimo 31 luglio

Accolto l’invito del presidente Borut Pahor nonostante la contrarietà degli Stati Uniti. Celebrazione sul Vršic
Vladimir Putin
Vladimir Putin

LUBIANA. Ce l’ha fatta. La “pazza idea” del presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor è andata a buon fine. Il presidente russo, Vladimir Putin, infatti, ha accettato l’invito del “collega” sloveno e il prossimo 31 luglio sarà in Slovenia, alle celebrazioni per il centenario della Cappella dei Russi sul passo Vrši› non lontano da Krajinska Gora. La conferma è giunta dopo un a telefonata tra Putin e Pahor confermata anche dagli uffici della presidenza slovena.

Un invito, quello di Pahor a Putin, che sarebbe stato addirittura di routine se non fosse per la situazione internazionale attuale che vede proprio la Russia colpita dalle sanzioni economiche dell'Unione europea dopo quanto accaduto in Ucraina nei mesi scorsi. Si tratta di una mossa diplomatica molto importante in quanto viene a cadere in un periodo in cui, come detto, i rapporti tra l'Europa e la Russia, tra gli Stati Uniti e la Russia sono al minimo storico per i noti fatti ucraini ma anche per le mosse di Mosca nello scacchiere mediorientale, leggi crisi siriana.

La visita di Putin in Slovenia, prevista per il luglio prossimo, non sarebbe comunque una visita di Stato, il presidente russo non sarebbe accompagnato da nessuna delegazione economica, né saranno firmati accordi bilaterali, si tratterebbe, dunque, di un atto di pietà nei confronti delle vittime russe del Vrši›, una sorta di ripetizione di quanto è avvenuto per il ricordo dello sbarco in Normandia.

Pahor non si è certo svegliato una mattina e si è detto: «Ma perché non invito Putin sul Vršic?». L'invito ha avuto una preparazione diplomatica che ha evidenziato l'estrema delicatezza del gesto di Lubiana. Ricordiamo che alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco lo scorso mese lo stesso Pahor non esitò a criticare l'affermazione del premier russo, Dmitri Medvedjev che affermò: «Siamo tornati alla guerra fredda». «Un passo indietro», definì Pahor le parole di Medvedjev al quale, peraltro, personalmente disse: «Una frase disgraziata, è come il proverbio cinese: il riso se lo butti per terra poi lo raccogli ma le parole che butti in un luogo non puoi più riprenderle».

Pahor è stato oggetto nelle ultime settimane anche di forti pressioni da parte degli Stati Uniti assolutamente contrari all'invito di Putin in Slovenia. Proprio a Monaco la vice segretaria di Stato competente per l'Europa e l'Eurasia, Vicotira Nuland avrebbe cercato di convincere il capo dello Stato sloveno di rinunciare all'invito.

In fibrillazione per l'evento (Putin potrebbe anche recarsi a rendere onore al cimitero di Lubiana al nuovo monumento alto 5 metri dedicato ai soldati russi e sovietici morti in Slovenia) anche la Chiesa ortodossa russa e il Vaticano. Il giorno prima del probabile arrivo di Putin in Slovenia sarà, infatti, a Lubiana il capo dell'Ufficio di politica estera del patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion che salirà a rendere omaggio alle vittime russe del Vršic. Potrebbe essere questa l'occasione per un ulteriore capitolo del dialogo tra Chiesa cattolica e ortodossa avviata dallo storico incontro a Cuba tra Papa Francesco e il patriarca russo Kirill.

Per Putin sarà la terza visita in Slovenia dopo quella del 2001 quando incontrò l’allora il presidente Usa, George Bush e quella del 2011 quando fu ospite a Brdo pri Kranju sempre di Pahor ma allora nella sua veste di premier.

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