Punto franco in Porto vecchio Monassi chiede una firma

Proposto un documento a concessionari e istituzioni per ottenere dal governo un regime di accise doganali. Il sindaco Cosolini rifiuta: "Lo mandi in giunta"

Mossa a sorpresa dell’Autorità portuale, che ieri al “workshop” intitolato al rilancio della città attraverso Porto vecchio ha sottoposto a concessionari, istituzioni e tutti gli enti locali invitati (a porte chiuse) un protocollo da inviare al governo «col quale - ha detto la presidente Marina Monassi - chiedere con condivisione unanime non finanziamenti, ma quanto a noi già spetta, e in particolare la conferma di un effettivo regime di accisa e di tributi doganali coerenti con la norma internazionale e di immediato rilievo anche ai fini di attuazione del Porto vecchio e sul regime delle accise relativamente all’attività di trasformazione e ri-esportazione».

In parole povere l’Authority ha chiesto a tutti gli attori coinvolti di premere sul governo affinché in Porto vecchio siano consentite attività di punto e zona franca, proprio mentre l’azione parlamentare ha ottenuto consenso allo spostamento altrove di questo regime. Più chiaramente ha espresso il concetto Maurizio Maresca, già presidente dell’Ap triestina e oggi consulente della concessionaria Portocittà, parlando della convivenza nell’antico scalo di insediamenti urbani con attività defiscalizzate “estero su estero”.

Il sindaco Roberto Cosolini ha seduta stante restituito il documento, senza nemmeno leggerne i contenuti: «Il sindaco - ha detto Monassi introducendo il “workshop” organizzato alla Centrale idrodinamica sede del museo portuale - ha detto che va visto con calma e deve portarlo in Giunta».

«Certo - commenta poi Cosolini - i documenti devono seguire le vie formali, devono essere prima di tutto conosciuti, poi valutati, infine approvati nelle sedi istituzionali». E nel suo intervento aveva naturalmente invitato a partire presto coi lavori, a spostare il punto franco per consentire all’area di ridiventare città.

Il resto dell’incontro, al quale hanno partecipato i concessionari di Porto vecchio (Claudio De Eccher e Corrado De Francisco), e Pierluigi Maneschi e Fabio Assanti per Greensisam, ma anche Maresca, il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti (che altrettanto ha ribadito l’importanza del rilancio economico attraverso i punti franchi in Porto vecchio), il direttore regionale dei Beni culturali Giangiacomo Martines, l’assessore regionale Sandra Savino, Vittorio Sgarbi, si è virato su tutti i nodi ancora irrisolti: vincoli della Soprintendenza ai magazzini storici, soldi che mancano, possibilità di collocare in Porto vecchio anche case turistico-residenziali nel terrapieno di Barcola (puntando, si è detto, sugli ultimi possibili acquirenti ancora danarosi come russi, austriaci e tedeschi). Mentre De Eccher si è spinto perfino più in là: «Perché in Porto vecchio non ci mettiamo d’accordo per fare un casinò?».

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