Punte degli asparagi ghiacciate e il freddo minaccia i frutteti
MORARO L’agricoltura locale si trova per il secondo anno consecutivo a fare i conti con temperature notturne che scendono sotto lo zero, con il rischio di vedere compromessa la produzione vitivinicola e ortofrutticola. Il timore è che il gelo notturno e mattutino che si è manifestato tra martedì e mercoledì abbia già causato danni alle coltivazioni in avanzato stato di vegetazione e fioritura, in primis agli impianti di frutta. Gli eventuali danni saranno valutati alla fine del periodo di emergenza previsto fino a sabato.
A Moraro per i frutteti di mele, pesche e kiwi si è utilizzata la tecnica del gelicidio grazie all’irrigazione antibrina, per cercare di conservare le gemme che con queste temperature non riuscirebbero a sopravvivere. «Lo stato di allerta – dice il presidente della Coldiretti di Moraro, Paolo Blasizza – non è finito perché secondo le previsioni le temperature sotto zero sono previste fino a venerdì. I danni saranno valutati solo alla fine di questo periodo di emergenza. Per i frutteti si è cercato di intervenire per la loro salvaguardia con un’operazione di soccorso usando l’irrigazione antibrina. Ci sono stati problemi nella coltivazione degli asparagi dove le punte si sono ghiacciate. Per le viti non si è verificata la grave situazione del 2017 perché quest’anno la fioritura delle gemme è stata ritardata dal freddo del mese di marzo e dalla siccità di queste ultime settimane prima dell’arrivo del gelo. Per le varietà che sono invece in una fase più avanzata la situazione è a rischio».
Per la salvaguardia dei germogli della vite, messe a serio rischio dalle eccessive basse temperature, sono state messe in funzione a Mariano dall’azienda agricola Vie di Romans le torri di ventilazione presenti in vari punti del territorio. Quest’anno la loro messa in moto non ha causato disagi o rumori fastidiosi come accaduto nel 2020. Le gelate notturne che mettono a rischio i germogli dei vitigni storicamente si manifestano una volta ogni dieci anni, ma nell’ultimo decennio, forse a causa dei cambiamenti climatici, la loro frequenza è salita e negli ultimi due anni si sono già verificate due volte consecutivamente. —
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