Pum, la thailandese trapiantata a Gorizia che sorride sempre

«I primi anni sono stati difficili ma adesso il trasferimento dalla metropoli Bangkok non mi pesa. Clima a parte...»

Una thailandese a Gorizia? «Sì, siamo in 10». Atipa Pluemchai si è trasferita a Gorizia circa 6 anni fa. «Mi chiamo Atipa, che significa bella o buona, ma mi chiamano Pum».

I thailandesi si chiamano con un soprannome, che di solito ha un significato. Pum è semplicemente un suono onomatopeico.

È stato difficile trasferirsi dalla metropoli di Bangkok alla piccola città di Gorizia?

«I primi anni sono stati difficili, ma adesso mi sto abituando». Bangkok, la capitale thailandese, è una città di circa 8 milioni di abitanti. Atipa è una massaggiatrice, ha studiato in una scuola di massaggi a Bangkok e si è trasferita in Italia per cercare lavoro.

Il suo centro di massaggi si chiama Siam Kornthong: cosa significa?

«Siam significa Thailandia e Kornthong mano d'oro. Rappresenta la mano di Buddha». Atipa è buddhista e, per praticare la sua religione, durante le festività più importanti, va a Treviso, dove c'è un tempio buddhista. In Thailandia stanno vivendo il 2556, l’anno di nascita di Buddha, avvenuta in aprile, che è il periodo del songkran, il loro capodanno. Si festeggia lanciandosi acqua e una specie di farina profumata in giro per la città. L’acqua simboleggia la fortuna, è considerata sacra, ma ormai è diventato un modo per divertirsi e per rinfrescare un po’ il forte caldo del mese di aprile. Comunque il loro anno cambia il primo di gennaio e seguono il calendario internazionale.

Qual è per lei la differenza più grande tra Italia e Thailandia?

«Il clima. Mi piace molto l'aria pulita che c'è qui, ma mi mancano i 30 gradi del mio paese». In Thailandia ci sono 3 stagioni: la stagione asciutta che va da novembre a febbraio, la stagione calda da marzo a maggio e la stagione delle piogge con forti temporali e piogge, che durano generalmente da giugno ad ottobre.

«Dopo una tempesta arrivava il sole e uscivamo da casa con l'acqua fino alle ginocchia». Le temperature non variano molto durante l’anno, sono circa sui 30 gradi, solo nella stagione asciutta possono scendere a minimo 20 durante la notte.

Si è abituata al cibo italiano o le manca quello thailandese?

«Il cibo non è un problema, per esempio a colazione non mangio riso o zuppe piccanti con gamberetti. A volte, però, vado a Trieste a comprare delle salse asiatiche e vorrei aprire io stessa un negozio di alimenti asiatici qui a Gorizia».

Abita a Gorizia con la sua famiglia. Ha anche amici italiani?

«Sì e ho anche alcuni amici thailandesi qui, che ho incontrato nel tempio di Treviso oppure a Nova Gorica, dove ci sono altre massaggiatrici. È stato difficile imparare l'italiano, ma frequento un corso due volte a settimana. E rispetto ai molti taxi e alla metropolitana di Bangkok sono un po’ difficili i trasporti, siccome non guido».

In Thailandia ha frequentato le scuole elementari, medie e superiori?

«Sì. Alle elementari indossavamo un grembiule, alle medie e superiori una maglietta bianca e una gonna blu».

Quali altre differenze ci sono tra Thailandia e Italia?

«In Thailandia per esempio si guida a sinistra e si usa un altro alfabeto. Un’altra differenza è che in Thailandia non puoi capire quando una persona è per esempio triste o arrabbiata, perché dovunque vai tutti sorridono».

Ritorna spesso nel suo paese?

«Circa ogni due anni. Ho ancora parenti e amici là e ogni volta compro spezie e riso o decorazioni tipiche da mettere nel mio centro di massaggi».

Ecco che arriva il prossimo cliente. Adipa lo saluta con le mani congiunte dicendo «Sawadee ka».

Eeva Saikkonen

classe 3.a A

Liceo Scientifico Duca degli Abruzzi

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