Pugni e insulti, panico a Opicina
Zuffa tra ubriachi nei dintorni di via dei Papaveri. Sul posto sei mezzi dei carabinieri e quindici militari
TRIESTE . Rischiava di finire peggio, molto peggio, la lite tra nomadi che si è scatenata l’altro pomeriggio a Opicina per una buona mezzora e che tanto allarme ha suscitato tra i residenti. Non è un caso che i carabinieri, allertati da chi assistito alla scena, siano intervenuti con ben sei mezzi per un totale di quindici uomini. Due le persone coinvolte, stando alle ricostruzioni dei presenti: un uomo sulla cinquantina e uno più giovane. Non è chiaro cosa abbia effettivamente innescato l’alterco, che stava per sfociare in una vera e propria rissa. Ma, come conferma l’Arma, pare che entrambi avessero bevuto.
L’episodio si è verificato nei dintorni di via dei Papaveri, nei pressi del bar Istria e del parco giochi. Una zona che nei mesi scorsi è stata teatro di non poche angherie e microcriminalità che sarebbero stati causati da un gruppetto di nomadi che vive nelle case Ater: lancio di sassi sulle auto e sulle case, furti, sporcizia e degrado. Questo, almeno, secondo i racconti dei residenti. Il fatto di martedì pomeriggio è invece ben circostanziato: a un certo punto si sono sentite urla e insulti. I presenti hanno visto pugni, calci e addirittura inseguimenti. «Si rotolavano per terra, si sono buttati sull’autobus e sulle auto parcheggiate – riferisce un residente –, credo che abbiano anche danneggiato qualche mezzo, ma solo lievemente. La gente attorno era terrorizzata, c’era veramente da aver paura. Uno dei due poi è montato sulla macchina, una Mercedes, e l’altro per bloccarlo gli si è scagliato contro rischiando di essere investito. Pazzesco». Ma la rissa era seguita pure dai familiari dei due nomadi, come a incoraggiare la scazzottata. E anche altri del gruppo sarebbero stati coinvolti. Una zuffa, insomma, a tutti gli effetti. Dalla chiamata al 112 all’arrivo dei carabinieri saranno trascorsi circa quindici minuti. L’Arma ha poi circondato l’intero parco con sei automobili. Ma intanto uno dei due è fuggito. «Io volevo difendere la mia famiglia che quello là ha offeso. Ci ha disonorati», avrebbe detto l’altro ai carabinieri. «Se non lo prendete e non lo arrestate ci penso io a fargliela pagare...». I militari sono riusciti a calmarlo. I colpi, anche duri, non sono mancati, ma nessuno dei due nomadi avrebbe accusato conseguenze. Nessuno si sarebbe fatto veramente male, nonostante il litigio e una gazzarra che si è protratta per almeno mezz’ora.
La zona, già al centro di fatti di cronaca, è abitualmente presidiata dalle forze dell’ordine e proprio su sollecitazione degli abitanti di Opicina, tanto più in seguito al lancio di sassi su un’auto in corsa avvenuto nei mesi scorsi. «Un paio di famiglie sta negli appartamenti Ater – conferma un altro abitante – ma poi al gruppo si è aggiunta altra gente. Si sono portati i camper. Ma stavolta di mezzo c’erano problemi tra loro, non con i residenti di Opicina. Una scena molto brutta».
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