Pubblico impiego, in regione stretta da 150 milioni
TRIESTE. Il risparmio stimato è gigante: circa 150 milioni nel biennio 2013-2014. La preoccupazione altrettanto. «Gli stipendi, oggi, sono tornati al livello di quelli del 2002», denuncia Mafalda Ferletti (Cgil). In una regione “pubblica” come il Friuli Venezia Giulia – nel settore sono impegnate circa 85mila persone – fa non poco rumore la proroga del blocco dei salari nella pubblica amministrazione deciso dal governo delle larghe intese. Il Cdm ha approvato un regolamento che allunga per un ulteriore biennio, fino al 31 dicembre del prossimo anno, lo stop alla contrattazione economica e agli automatismi stipendiali per i dipendenti pubblici. Nel dettaglio, vengono prorogati il blocco dei trattamenti economici individuali; la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei ministri e l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali; il limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale; i blocchi riguardanti meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico. «Siamo preoccupatissimi», ribadisce Ferletti.
Questione di numeri. Stando al Conto annuale 2011 della Ragioneria generale dello Stato, i dipendenti pubblici del Friuli Venezia Giulia sono un esercito di 85.264 persone, poco meno di metà delle quali impegnate nel servizio sanitario (20.377) e nella scuola (20.306), ma con presenze significative anche nelle forze armate e nei corpi di polizia, nell’università e negli uffici ministeriali, oltre al personale del comparto unico. Tolti i militari, il blocco degli stipendi riguarda circa 75mila persone in regione. Di qui la stima da parte del sindacato di 150 milioni di minori stipendi, posto che il mancato rispetto dell’inflazione pesa per circa 1.000 euro all’anno a persona. Ferletti conferma i calcoli del dipartimento del pubblico impiego della Cgil nazionale che ha parlato di 4.100 euro pro capite «andati in fumo» dal 2010 al 2014. Secondo il coordinatore del dipartimento Michele Gentile, se nel 2010, con un’inflazione al 2,1%, si erano persi 50 euro al mese, nel 2011 con i prezzi al consumo al 3,2%, si è arrivati a 74 euro al mese e nel 2012 (inflazione al 2,2%) a 52 euro. Fino al 2013, prosegue Gentile, «se confermata l’inflazione al 2%, si perderebbero altri 600 euro e nel 2014, con i prezzi al consumo intorno all’1,6%, con la proroga del blocco degli stipendi ipotizziamo altri 500 euro».
Un allarme che la Cgil Fvg fa suo. «Contrariamente ai luoghi comuni sui presunti privilegi del settore – osserva la segretaria regionale Fp –, gli stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione sono tornati agli stessi livelli del 2002, sostanzialmente all’altezza del privato, e la perdita si sta facendo sempre più grave, come testimonia anche il confronto con la media europea e dell’Ocse. Tanto più per lavoratori che, dagli insegnanti agli infermieri fino ai vigili del fuoco, svolgono un servizio fondamentale per la collettività».
Il blocco pure di progressioni di carriera e incentivi è un ulteriore nodo: «Se non posso promuovere e dare più soldi a chi li merita, come posso gratificare chi si impegna e produce di più? Inutile poi sciacquarsi la bocca con presunte riforme mirate a efficacia ed efficienza». Che cosa fare in regione? «L’invito alla giunta Serracchiani è di riprendere da subito il tema dei risparmi di gestione, fondi che potrebbero essere restituiti al mondo del lavoro – afferma Ferletti –. Quanto al comparto unico, non dimentichiamo che negli ultimi sette-otto anni, tra Regione ed enti locali siamo scesi da 16mila a 14.800 persone, con un risparmio di 36 milioni all’anno. E tutto questo a servizi invariati. Vista l’autonomia, potremmo non necessariamente recepire il dettato statale. Ma, sin d’ora, dovremmo anche iniziare a risparmiare su consulenze che pesano 15 milioni all’anno».
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