Provincia, pressing sulla Regione: via i Tir di bramme dalle strade
«Ho parlato oggi (ieri, ndr) con l’assessore regionale alle Infrastrutture Santoro. Nei prossimi giorni convocherà una riunione per trovare una soluzione alternativa al trasporto delle bramme su strada». Il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, è tutt’altro che contrario al traffico di bramme («voglio aumentarlo, il porto di Monfalcone ha tutte le caratteristiche per diventare lo scalo di riferimento di questa merce in Alto Adriatico»), ma vuole anche risolvere i problemi alla sicurezza della circolazione sulle strade della provincia, creati dai mezzi pesanti che trasferiscono le bramme ai laminatoi di San Giorgio di Nogaro. Un duplice obiettivo che lo stesso Gherghetta afferma potrà essere raggiunto solo risolvendo il problema del trasporto delle bramme su gomma.
Per avere un’idea, si tratta di un traffico che, secondo gli operatori portuali, richiede 35-40mila mezzi pesanti all’anno. Solo negli ultimi giorni una nave ha a scaricato a Portorosega più di 18mila tonnellate di bramme, pronte a prendere la via dei laminatoi della Bassa friulana.
Il transito di decine di Tir al giorno sulle strade dei vari Comuni è da tempo nel mirino di diversi sindaci per i pericoli già citati e per i danni che i mezzi pesanti arrecano alle strade, e alle rotonde, con il loro peso (due bramme pesano più di 55 tonnellate).
Gli interventi dei vari sindaci e dell’amministrazione provinciale si sono concretizzati a suo tempo in una delibera che la giunta Gherghetta era pronta ad applicare, per vietare il transito dei Tir con le bramme sulle strade provinciali. Un mese e mezzo fa, però, in una riunione a Trieste con gli enti e gli operatori interessati, la presidente della Regione Serracchiani ha avocato a sè la questione. Da allora, però, non si sono registrati sviluppi. «In quella sede ho minacciato di bloccare il traffico delle bramme su gomma - ricorda Gherghetta - ma davanti a tutti la presidente mi ha chiesto ri restare fermo. Adesso attendo la riunione con l’assessore Santoro; mi fido ancora delle capacità della Regione».
Il nodo è principalmente economico, oltre alla necessità di adeguare un piccolo ponte ferroviario a San Giorgio. Il trasporto delle bramme per ferrovia costa più di quello su gomma (a parte i tempi di percorrenza), ma di poco: un euro alla tonnellata, neanche 30 euro per ogni bramma.
«Le autorità - tuona l’amministratore delegato della Compagnia portuale di Monfalcone, Riccardo Scaramelli - vogliono levare il traffico di bramme dalle strade ma senza contribuire al costo del trasferimento su rotaia. Gli operatori ferroviari interessati a questo trasporto ci sono: non solo Trenitalia e Rail Cargo Austria ma anche aziende della regione come Serfer e Inrail. Per spostare su rotaia il 50% delle bramme che viaggiano su strada - conclude Scaramelli - la spesa non supererebbe i 500mila euro all’anno».
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