Provincia di Gorizia, inizia l’esodo con i guardacaccia

Gli uomini in divisa in forza alla Forestale dove percepiranno anche la quattordicesima. In luglio il passaggio di altri 94 in Regione
Guardiacaccia in azione
Guardiacaccia in azione

GORIZIA Ultime ventiquattro ore da dipendenti provinciali per gli agenti della Polizia, appunto, provinciale e per gli impiegati e i funzionari dei settori Caccia e Pesca.

Da domani, infatti, queste funzioni saranno trasferite dalla Provincia alla Regione, così come stabilito dalle legge 26 del 2014. E con esse passeranno alle “dipendenze” dell’ente guidato da Debora Serracchiani anche dipendenti, mezzi, dotazioni, persino sedie e scrivanie. Una piccola rivoluzione, seppure a tappe.

 

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La quattordicesima in “dote”

«Complessivamente, in questa fase, si tratta di dieci dipendenti: quattro del settore Caccia e pesca, sei della Polizia provinciale - spiega il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta -. Va detto che tutte queste persone rimarranno a lavorare a Gorizia: gli agenti di Polizia (che in molti preferiscono ancora chiamare “guardie ittico-venatorie” o “guardiacaccia”, ndr) non si muoveranno dagli attuali uffici mentre i dipendenti dell’altro settore si sposteranno dieci metri più in là».

Ma c’è un elemento non secondario. Cambiando contratto di lavoro, i dipendenti percepiranno anche la quattordicesima mensilità, che invece non è prevista per i dipendenti provinciali. Un beneficio economico, quindi, ci sarà per tutti gli ex dipendenti provinciali. «La Polizia locale provinciale confluirà, di fatto, nella Forestale. Le funzioni saranno praticamente le stesse di oggi. Forse - sottolinea Gherghetta - la situazione migliorerà perché ci sarà un maggior coordinamento». Il presidente della Provincia glissa, invece, sulla riforma Panontin. «Ho già espresso tutte le mie amarezze e le mie perplessità su una legge che fatico ancora a comprendere. Detto questo, la norma è operativa e cerchiamo di fare le cose al meglio».

La partita dei Piani di subentro

L’operazione è “figlia” dei piani di subentro previsti dalla legge. La destinazione nasce sulla base degli allegati A, B e C della norma regionale 26 del 12 dicembre 2014 che concerne il riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. «Già nei mesi scorsi, abbiamo stilato l’elenco dei nominativi dei nostri dipendenti e accanto abbiamo indicato la loro destinazione (Regione, Provincia, Comuni) a seconda delle funzioni che svolgevano in quel momento. La faccio breve: la Provincia ha 153 dipendenti. Dal primo giugno, da domani, passerà alla Regione il personale del settore Caccia (4 persone) e Polizia provinciale (6). Dal primo luglio invece il “passaggio” sarà più consistente perché interesserà 3 dipendenti del settore Agricoltura, 24 della Motorizzazione, 15 della Viabilità, 3 del Settore sociale, 39 del comparto Cultura. In tutto, in quella fase, se ne andranno 94 persone di cui 14 rimarranno in corpo alla Provincia pur essendo già dipendenti regionali».

Benefici per le Uti

E dei 59 rimanenti, che ne sarà? Torniamo a ricordare qual è stato lo schema approntato dalla Provincia, che trovò quindi d’accordo consiglieri provinciali della maggioranza di centrosinistra.

«Il passaggio avverrà fra le fine dell’anno e il gennaio 2017. Importante, a mio parere, il fatto che 24 dipendenti rinforzeranno le due nascende Uti isontine: 12 approderanno all’Unione “Collio-Alto Isonzo”, altrettanti a quella monfalconese. In questa maniera, le Uti avranno una “massa”, un numero di dipendenti minimo per partire. Ripeto: i primi settori ad andarsene saranno caccia e pesca e polizia provinciale, tutto il resto praticamente è interessato dalle scadenze di luglio e dicembre/gennaio», scandisce Gherghetta.

Ci saranno trasferimenti “fisici” nei prossimi mesi? Molti dei “vecchi” dipendenti della Provincia rimarranno a Gorizia, nei luoghi in cui subentrerà, anche fisicamente, la Regione: un po’ come è successo per il Centro per l’impiego che oggi si trova al pianoterra del Palazzo provinciale in corso Italia.

La discussione in Consiglio provinciale sull’argomento - che si svolse nell’aprile scorso - fu, come si ricorderà, lunga, ampia e articolata. E critiche (anche molto nette) vennero espresse dall’opposizione su quello che era ed è, di fatto, il piano di “dismissione” della Provincia.

Al termine del dibattito, giunse il momento delle votazioni e le delibere incassarono i 15 voti favorevoli della maggioranza. Sette, invece, furono i contrari: tutte nelle fila della minoranza.

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