«Provincia di Gorizia, a fine novembre si chiude»

L’auspicio del presidente Gherghetta (tornerà a fare il tecnico dell’Enel): «Ancora tante cose da fare, gli assessori restano con me»
Un consiglio provinciale a Gorizia
Un consiglio provinciale a Gorizia

GORIZIA Quando cesserà di lavorare la Provincia? «Bella domanda. Quando lo scoprirete, per favore, fatemelo sapere. Non lo so neppure io». Enrico Gherghetta, lì per lì, usa l’arma dell’ironia. Perché, effettivamente, non c’è una data cerchiata di rosso sul calendario in cui l’ente intermedio cesserà la sua esistenza. A luglio ci sarà un importante “passaggio” di dipendenti dalla Provincia alla Regione ma non coinciderà con la morte dell’ente. «Lavoreremo almeno sino a novembre», risponde sicuro Gherghetta.

Perché? «Perché, pur velocizzando al massimo, tutti i passaggi di dipendenti e di proprietà ci vuole ancora un po’ di tempo. Stiamo viaggiando a 300 all’ora per fare le cose per bene ma lo ripeto: almeno sino a novembre saremo al nostro posto».

Ma chi sarà al suo posto? Il presidente? La vice? Qualche o tutti gli assessori? «Su questo, non ci sono dubbi. Non mi libero dei miei assessori in questa fase, statene certi. Lavoreranno assieme al sottoscritto sino a novembre». È probabile che il presidente e la sua giunta mangino anche il panettone nel palazzo di Corso Italia 55? «Mi auguro di no. Spero di riuscire a chiudere tutte le pratiche prima. Vedete: un liquidatore, quando deve chiudere un’azienda, ha bisogno di 2/3 anni. A noi ci chiedono di espletare tutte le pratiche in pochi mesi. Non è una passeggiata. Non è facile chiudere un ente in quattro e quattr’otto. E sono convinto che anche quando avremo ultimato il percorso, ci saranno problemi perché i cittadini saranno disorientati e dovranno capire per bene a chi è stata attribuita (Regione o Comuni?) questa o quella funzione».

Se non fosse intervenuta la riforma degli enti locali targata Panontin, a maggio sarebbe “scaduta” la giunta Gherghetta e presumibilmente a giugno si sarebbe andati regolarmente a elezioni. «Ma siccome le cose sono cambiate noi rimaniamo in carica sino alla fine di ottobre, inizio novembre e non sino a maggio come sarebbe stato in una situazione normale. E, chiaramente, percepiremo le indennità sino a quella data. E non si venga a dire che stiamo usurpando qualcosa perché c’è tantissimo lavoro da fare per il passaggio delle consegne e la definitiva chiusura dell’ente. Sapete quanto ho avversato questa legge che sopprime le Province... Ma ho dichiarato nei giorni scorsi: messo da parte l'orgoglio e ho cercato di trovare soluzioni che non colpissero i nostri dipendenti.

«E oggi possiamo ribadire che siamo l'unico ente intermedio d'Italia senza esuberi. Abbiamo trovato la quadratura del cerchio, effettuato colloqui personali, trovato delle soluzioni che soddisfano tutti. È stato fatto un buon lavoro. Nessuno andrà a casa».

Ma il presidente, una volta conclusa l’esperienza alla guida della Provincia, cosa farà? «Tornerò al mio mestiere. Prima dell’esperienza amministrativa ero tecnico dell’Enel e tornerò a fare il tecnico dell’Enel. Semplice. L’ho detto in tempi non sospetti che non ho particolari ambizioni politiche». C’è da crederci? Il tempo ce lo dirà.

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