Provincia Aquileia-Gorizia? Per Cisint: «Un’opportunità»

Il Mandamento s’interroga

Anna Cisint
Anna Cisint

È l’intraprendente Anna Cisint, come sempre, ad aprire le danze. E a inaugurare, così, anche in Bisiacaria, il valzer di opinioni politiche sulla Provincia in fieri, con una mossa audace, ma non troppo, dal momento che piace anche dalle parti dell’opposizione e pure del centro: riconsiderare i confini, allungare l’Isontino fino alla Bassa Friulana.

È in Aula, all’Europarlamento, ma fa in modo che il suo pensiero rimbalzi con una nota ad hoc, bruciando tutti gli altri.

«È necessario non liquidare in modo superficiale, come talvolta è avvenuto, il dibattito sulla proposta di estendere la Provincia di Gorizia al comprensorio di Aquileia e della Bassa – afferma – perché in questa fase costitutiva del nuovo ente ci sono ragioni fondate che attengono allo sviluppo del territorio regionale e alle opportunità da sfruttare».

Che «non vanno sprecate». Naturalmente ci sono pure motivi di carattere storico-culturale. Anti-Uti e contro la riforma Serracchiani, per l’eurodeputata già sindaca di Monfalcone «le istituzioni intermedie devono essere rappresentative nell’architettura della loro gestione»: il governo dei processi di “area vasta” è un fattore decisivo per la crescita.

«Ora che l’amministrazione Fedriga sta ripristinando in modo virtuoso le condizioni istituzionali per la ricostituzione delle province – continua – la dimensione territoriale può essere un valore rilevante di rilancio. Aquileia, Monfalcone, Grado, Gorizia e il Collio costituiscono un compendio di eccezionale importanza per il Fvg, proprio per l’omogeneità degli elementi di fondo nell’estendere gradualmente i confini fino a farli coincidere al perimetro storico dell’Arcidiocesi».

Il trait d’union è l’assetto logistico e infrastrutturale, con una «programmazione strategica che coinvolga l’interporto di Cervignano, l’autoporto di Gorizia, l’aeroporto di Ronchi e lo scalo marittimo di Monfalcone», collegati al sistema portuale triestino e del Nord Adriatico.

Per Cisint un volano strategico in grado di rafforzare l’economia locale. Ma la filosofia si presta a replica pure per il patrimonio storico, culturale e ambientale, in chiave turistica attraverso la «crescita di servizi dove già ora gli intrecci sono profondi, col connubio Grado-Aquileia e la cornice di Go! 2025».

Infine un concetto che suona come musica nelle orecchie dei cattolici: una Provincia così concepita affonda le radici su «un comune sentire che si basa sull’azione ecclesiastica della Diocesi di Gorizia», perché «ha sempre incluso nel suo ambito pastorale Aquileia e Cervignano e la storia è fattore unificante». Non a caso cita il messaggio diocesano: «Camminare insieme, guidati dalla speranza». La speranza di un’alba con la Provincia di Aquileia-Gorizia-Monfalcone, of course.

Dal centro si fa vivo il presidente consiliare Ciro Del Pizzo (FI): «Ottima idea, e proporrei di chiamare la provincia Gorizia-Monfalcone, sviluppando all’interno dei due ambiti le competenze, perché anche la nostra città, per peso industriale, ha il suo ruolo». Mentre il candidato sindaco del centrosinistra e consigliere regionale del Pd Diego Moretti la pensa così: «Prima considerazione, Cisint arriva tardi poiché già Perazza aveva posto il tema prima di lei con un atto in Aula a Gorizia. Seconda riflessione, riproporre le Province tali e quali è sbagliato. Tuttavia, quando arriverà il disegno di legge ribadirò quanto espresso nel 2023 con voto contrario e cioè che se proprio deve essere, almeno si pensi ad affrontare confini, funzioni, competenze. E non secondo la filosofia dell’“uno prende e l’altro cede”».

«Magari – aggiunge Moretti – facciamo Monfalcone capoluogo come già disse, con palese provocazione, Pizzolitto? Parliamone senza tabù, di tutta la riforma: se invece l’obiettivo è la fotocopia, non ha senso». E chissà come la vede l’ultimo presidente della Provincia isontina, Enrico Gherghetta. Presto detto: «L’idea di ricostituire la vecchia Contea ci sta. Non mi convince invece la riproposta tout-court del modello, non per niente io, Forlanini, Ciriani e Poropat riempimmo il Kinemax avanzando la progressiva spogliazione delle funzioni della Regione a favore del decentramento, per un rapporto più diretto con le esigenze territoriali». Insomma, se la Provincia deve servire «ad asfaltare quattro strade e ristrutturare scuole: no grazie».

Infine dalle parti di Fratelli d’Italia ci si prepara con una propria conferenza stampa. La senatrice Francesca Tubetti anticipa: «In quello che ha detto Zorino non v’è nulla di male, anzi».— © RIPRODUZIONE RISERVATA

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