Provincia, al via i lavori per la Casa del Cinema
«La scritta bilingue in marmo? Non sarà cancellata. È tutto vincolato. È davvero un bell’edificio del Ventennio». Mariella Magistri De Francesco, assessore provinciale al Bilancio e all’Edilizia, può finalmente annunciare con certezza l’avvio del cantiere della “Casa del cinema” che prenderà il posto della Casa del lavoratore portuale (Dom pristaniških delavcev) in piazza Duca degli Abruzzi. La scritta “fascista” era già stata cancellata nel secondo dopoguerra quando è stata aggiunta la traduzione slovena.
Il cartello all’esterno dell’edificio dove ha sede anche il Teatro Miela non lascia più dubbi: i lavori sono stati consegnati. «Finalmente, dopo tutti una serie di ritardi, possiamo partire. Abbiamo risolto finalmente il problema con l’Autorità portuale che non dava mai il permesso per occupare il suolo pubblico» assicura l’assessore che aveva annunciato il primo avvio dei lavori per giugno 2012. La Casa del cinema esiste virtualmente dal 2007 e prima ancora c’era il progetto dell’amministrazione di centrodestra per la Casa delle “Libere età”. La gru è già stata montata ed entro la prima decade di novembre saranno allestiti i ponteggi. La prima fase dei lavori sarà dedicata alla facciata esterna in pietra e agli infissi, la parte più costosa. Poi si passerà alla ristrutturazione interna dei primi due piani dell’edificio, compresi adeguamento dell’impianto elettrico e riscaldamento. In tutto un anno e mezzo di lavori (600 giorni). L’appalto è stato aggiudicato il 3 settembre 2013 dall’Ati (associazione temporanea d’impresa) formata dalla Carena spa costruzioni e Elettrodinamica spa, entrambe con sede a Genova per la cifra di un milione e 700mila euro con un ribasso quasi del 40%. L’importo complessivo dei lavori era infatti di quasi 3 milioni di euro (stanziati dalla Provincia). Con il ribasso ottenuto si conta di completare la ristrutturazione dell’intero edificio. Il responsabile dei lavori è l’ingegnere Paolo Stolfo coadiuvato dall’architetto Federica Rovello. Il progetto, invece, è firmato dalla studio Archidomus di Trieste.
La storia dell’edificio è interessante. «Fu il Regio Ufficio del Lavoro Portuale ad ordinare negli anni Trenta la costruzione de La Casa del Lavoratore Portuale, insieme al Sindacato Fascista Lavoratori dei Porti e alle compagnie portuali Lino Domeneghini, Odoardo Huetter, Tommaso Gulli e Ettore Saletnig che ne diverranno successivamente proprietarie - ricorda l’architetto Federica Rovello -. La progettazione viene affidata all’ingegnere civile Giuseppe Zaccaria, allora funzionario presso i Pubblici Magazzini Generali di Trieste, l’attuale Autorità Portuale. Il lotto individuato, originariamente ospitava la pescheria, poi demolita e trasferita nel 1911 nell’edificio di Giorgio Polli, lungo la Riva Nazario Sauro». La gestazione fu piuttosto lunga. La posa della prima pietra avvenne il 18 settembre 1938, con il progetto ancora da approvare, per mano di Benito Mussolini impegnato a Trieste in altre inaugurazioni. Una cosa all’italiana. La Casa fascista del lavoratore portuale fu consegnata il 7 agosto 1942. Costo tre milioni di vecchie lire. Ospitò il Cinema del mare, poi l’Aldebaran e oggi il teatro Miela.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo