Prova di forza tra le correnti. E Fi incassa il record di tessere
TRIESTE Ieri Forza Italia nazionale ha prorogato a gennaio la chiusura del tesseramento: un segnale d’affanno, probabilmente, che però pare non interessare Trieste, dove le tessere raccolte finora superano ampiamente i livelli di qualche anno fa, quando esisteva ancora il Popolo della Libertà. Inoltre questa fase di tesseramento ha consentito alle varie anime del partito di pesarsi: se da un versante si conferma il traino camberiano, dall’altro pare disgregarsi la compattezza degli ex missini.
Partiamo dai numeri. Ieri il livello raggiunto, secondo diverse fonti interne al partito, si attestava attorno alle 700 tessere. Un risultato non da poco: a tempi del Pdl, formazione nata dalla fusione della prima Forza Italia e di Alleanza Nazionale, gli iscritti triestini erano circa 500. Da allora, di pezzi lungo la strada, ne son rimasti diversi: prima i finiani (con un peso massimo a Trieste come Roberto Menia), poi da noi la componente rosolen-bandelliana, infine Fratelli d’Italia. Su queste basi, la seconda incarnazione di Forza Italia a Trieste poteva aspettarsi un magro raccolto.
Eppure così non è stato. Tra le ragioni del risultato triestino, che secondo i membri del partito è superiore a quello delle altre province della regione, c’è anche la necessità di stabilire delle gerarchie. Giulio Camber ha seguito con cura la mietitura delle tessere. «Si è impegnato in prima persona e questo a Trieste significa ancora qualcosa», commenta un esponente forzista.
In prima fila anche Piero Camber, consigliere comunale e regionale: «Abbiamo abbondantemente superato il Pdl. Nel parlare con la gente ho colto il desiderio di un centrodestra moderato, che sia alternativo alla Lega. Le persone ci chiedono di essere presenti», è la sua considerazione. Anche il consigliere comunale Giovanni Russo ha fatto la sua parte, riferiscono fonti interne al partito, facendo proselitismo nel suo ambito lavorativo, quello della sorveglianza privata.
Un altro che ha portato un dignitoso bottino di tessere è il consigliere comunale Alberto Polacco, in collaborazione con il fratello Andrea. Commenta il primo: «Il coordinamento nazionale collocava la soglia obiettivo a 500 tessere, se non sbaglio. Noi abbiamo superato le 700, quindi abbiamo di che essere contenti. È un risultato a cui tutti hanno contribuito», dice in tono ecumenico. Il caso di Polacco è emblematico dei movimenti interni al partito in questi mesi. Pur provenendo dalle fila degli ex aennini, Polacco è ormai da tempo vicino all’orbita camberiana, tanto che insistenti voci di corridoio lo danno come prossimo capogruppo, anche se lui si schermisce: «Sarà il gruppo a decidere».
Piero Camber, da parte sua, assicura che la sua partenza è prossima: «Festeggio il 5 dicembre (domani, ndr) i miei 25 anni consecutivi in Consiglio comunale. Sono entrato in aula ai tempi della vittoria di Illy contro Staffieri e da allora non ne sono più uscito. Ora ho molto lavoro da fare in Regione, e sinceramente non posso dedicarmi a tutto. Resto comunque a disposizione del nostro gruppo per dare un aiuto, ma lascerò il seggio con la fine dell’anno».
Che Polacco gli succeda non sarebbe stata cosa scontata qualche anno fa. È un riflesso della minor compattezza del gruppo ex aennino all’interno di Forza Italia. L’ex consigliere regionale Piero Tononi, attualmente dipendente del suo vecchio gruppo, sta ancora digerendo la batosta dell’ultima tornata elettorale, che ha visto altri consiglieri rastrellare risultati più brillanti. L’assessore comunale Michele Lobianco, ex finiano campione di preferenze, è rimasto escluso dalla corsa alle regionali (in cui avrebbe avuto facile gioco a strappare un seggio) e di conseguenza opera come un lupo solitario all’interno del partito. La sua collega Angela Brandi, ex missina di ferro, è costretta a districarsi giorno dopo giorno negli equilibri di maggioranza e si muove a seconda delle necessità.
C’è però un terzo nucleo del partito, che non va dimenticato: è la corrente istrocattolica capitanata da Bruno Marini e Manuela Declich. Con un contributo che supera il centinaio di tessere, è ormai l’unica realtà forzista indipendente dal sistema camberiano (seppur ad esso legata). Commenta Marini: «Volevo misurare la mia forza dopo esser uscito dal Consiglio regionale. Il lavoro fatto con Manuela prova che ci siamo ancora. Non rilevo nemmeno questa migrazione di iscritti verso la Lega. C’è però chi chiede un cambio di marcia a livello locale e nazionale: tanti considerano tramontato il berlusconismo». —
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