Proteste No Green Pass, ancora un licenziamento nell’Agenzia del porto di Trieste: è il settimo dal 15 ottobre
L’Alpt rescinde per giusta causa il contratto con il portuale Donaggio, cofondatore assieme a Puzzer del comitato La gente come noi
TRIESTE Un altro licenziamento per falsa attestazione di malattia. L’Agenzia per il lavoro portuale ha interrotto il rapporto di lavoro con il portuale Andrea Donaggio, braccio destro di Stefano Puzzer nel comitato la Gente come noi, che dichiara di aver raccolto 70 mila euro di donazioni da girare alle persone rimaste senza occupazione per aver deciso di non vaccinarsi. Quello di Donaggio è il settimo licenziamento avvenuto in porto in questi mesi. Cinque sono i dipendenti messi alla porta dall’Agenzia e due dalla società Adriafer: le motivazioni sono diverse, ma rientrano nell’onda lunga delle tensioni scatenate dal blocco del varco 4 indetto il 15 ottobre.
Dall’Alpt fanno sapere che il provvedimento disciplinare è l’ultimo fra quelli previsti. I primi licenziati sono stati Stefano Tuiach e Nino Rizzo, in prima linea nei giorni delle manifestazioni pur risultando assenti dal lavoro per malattia. Poi è stata la volta del leader della protesta e del Clpt Stefano Puzzer, sanzionato assieme a un altro collega per la decisione di non rispondere alle chiamate pur essendo in possesso del Green pass. Nel frattempo Adriafer ha allontanato due dipendenti, in questo caso per assenteismo, dopo il ripetuto allontanamento prima della fine dei turni di notte.
Nessun sindacato ha mai sollevato proteste per i provvedimenti, a eccezione del Clpt, che dopo il 15 ottobre è stato però disconosciuto dalla rappresentanza in tutte le società pubbliche e private operanti in porto.
Adesso l’iniziativa è stata ripresa dall’Agenzia per il lavoro portuale con Donaggio, che con Puzzer ha fondato il comitato La gente come noi, che sul suo profilo social vanta la distribuzione di 70 mila euro raccolti a beneficio di chi oggi non lavora per la scelta di non vaccinarsi.
Come nel caso di Adriafer, anche il presidente di Alpt Francesco Mariani ha ingaggiato un detective per ricostruire gli spostamenti del proprio dipendente che, dopo una lettera di contestazione e il confronto di rito con l’avvocato, è stato licenziato per giusta causa dopo ripetute e prolungate assenze per malattia.
A Donaggio si contesta di essere stato immortalato sui social in atteggiamenti ritenuti non compatibili con lo stato di salute attestato e anche l’irreperibilità nel corso di due visite fiscali dell’Inps, una delle quali svolta mentre il destinatario stava partecipando in Veneto a una manifestazione.
In un video sui social, Donaggio dice di non essere sorpreso e denuncia di essere stato «demansionato» dopo le manifestazioni. «Prima lavoravo all’ufficio avviamenti nel porto di Trieste, poi sono stato messo nel magazzino delle scope. Ci è stata messa in schiena un’agenzia di investigazioni e ora la lettera di licenziamento». Puzzer bolla il provvedimento come «ritorsione politica e terrorismo» e annuncia ricorsi legali, sottolineando che «la giustizia ha i tempi che ha, ma avremo il nostro ritorno fra un anno e mezzo». Agli avvocati si è rivolto anche l’ex Forza nuova Tuiach.
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