Protesta in piazza di atleti e genitori: «Ridateci la piscina»
Una sessantina tra genitori e giovanissimi atleti ha manifestato ieri mattina sotto la sede dell’ufficio del sindaco Silvia Altran, in via Sant’Ambrogio, dove i responsabili delle società natatorie attive a Monfalcone, Adria Rari Nantes e Centro sociale nuoto, erano stati convocati dall’amministrazione comunale a fronte della mancata apertura della piscina per la stagione al coperto. Iscritti all’Adria Rari Nantes e al Centro sociale nuoto si sono uniti dietro uno striscione con la scritta “Diritto allo sport garantito dalla Costituzione e il Comune?”. Altri cartelloni sistemati lungo via Sant’Ambrogio dicevano “Per voi è una semplice piscina. Per noi è una seconda casa. Nessun altro luogo saprebbe regalarci emozioni così grandi”. A fronte della mancata apertura dell’impianto, rispetto alla quale il Comune non ha ricevuto ancora alcuna comunicazione dal gestore General Services, sul tavolo l’amministrazione ha messo la gestione diretta proprio da parte delle due società natatorie. L’intenzione espressa dell’amministrazione è di garantire la funzionalità della piscina anche nel caso in cui la General Services non sia in grado di garantire la gestione fino a dicembre.
«Abbiamo tempo alcuni giorni per fornire una risposta - ha detto dopo l'incontro il presidente della Rari Nantes Fabio Pangos -. Faremo le nostre valutazioni», anche assieme al Centro sociale nuoto, i cui giovani atleti si stanno già allenando con quelli della Rari Nantes. «Certo ci sono ancora aspetti da chiarire - ha aggiunto Andrea Innocenti della Rari Nantes -, anche se il Comune ha proposto di accollarsi la spesa delle utenze».
In ballo c’è, ad esempio, il mancato pagamento degli istruttori impiegati dal Csn e la situazione debitoria che graverebbe sempre sul Csn. «Il decreto Monti – ha spiegato l’assessore allo Sport Omar Greco – prevede che per la gestione dell’impianto si vada a gara. Purtroppo il decreto è una legge mal fatta, che scarica sulle amministrazioni gli effetti più complicati, e che ci costringe a rinunciare a una gestione che funzionava e che aveva un diritto acquisito fino al 2018. A tutto questo si aggiunge una pesante burocrazia».
In risposta c'è stato un ricorso dell'attuale gestore su cui si è innestata anche una situazione economico-finanziaria difficile della società, con la richiesta di un contributo aggiuntivo che «non è però possibile concedere». Tutto ciò ha portato a una situazione ingarbugliata, che per vedere una soluzione legale dovrà attendere parecchio tempo. «Obiettivo dell’amministrazione è garantire la continuità del servizio – ha continuato Greco – e dunque abbiamo chiesto alle società se sarebbero disposte a garantire la funzionalità dell'impianto, mentre il Comune si accollerebbe i costi delle utenze e le eventuali spese vive».
Laura Blasich
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