Protesta a fianco degli universitari

Oggi a Roma anche una delegazione degli studenti delle superiori cittadine
Oggi a Roma con una delegazione fianco a fianco degli universitari e da lunedì, in concomitanza con la settimana di proteste organizzata dagli studenti delle scuole superiori di Trieste, anche quelli degli istituti del Monfalconese hanno in programma incontri, assemblee e lezioni all’aperto, anche al di fuori dell’ambiente scolastico. Ovviamente tempo atmosferico e burocrazia permettendo. E’ questa l’ipotesi prevista dai rappresentanti dei comitati studenteschi, poiché prende sempre più consistenza l’ipotesi di una manifestazione unitaria dei tre istituti superiori, Polo professionale di via Boito, liceo scientifico «Buonarroti» e l’Iti-Itc «Einaudi-Marconi» di Staranzano, fuori dell’orario scolastico, proprio per dimostrare che ogni tipo di manifestazione non ha nulla a che fare con l’accusa di voler saltare le giornate di scuola. I comitati, per dare più peso alle loro azioni, nell’ultimo incontro hanno concordato di portare avanti una politica unitaria anche assieme agli istituti di altre Province.


Gli studenti monfalconesi il 30 ottobre scorso, avevano, infatti, partecipato in massa al sit-in davanti alla sede della Provincia a Gorizia, mentre oggi nella capitale per far sentire il proprio malcontento verso la legge 133, saranno presenti con i colleghi degli istituti superiori regionali e anche con gli universitari goriziani e gli iscritti alle università di Udine e di Trieste. E’ in ballo, infatti, per gli atenei, il taglio di un miliardo e mezzo di euro di investimenti. «La nostra protesta non si è esaurita – dicono gli studenti - e continueremo ad opporci contro la riforma Gelmini fino a quando non verrà ritirata. Vogliamo una scuola migliore e competitiva con quelle europee. Con le manifestazioni pensiamo di sensibilizzare le famiglie e far capire che con la protesta non vogliamo perdere lezioni, ma diciamo che la scuola non deve morire altrimenti sarà un danno anche per le generazioni future. Siamo sicuri che troveremo l’appoggio anche di molti docenti per i quali è incerto anche il loro domani».


La decisione presa almeno per il momento dai gruppi studenteschi, è dunque stop a occupazione e autogestione, ma non rinuncia alla protesta che andrà avanti fino a quando non ci saranno ripensamenti su alcune decisioni dei tagli ai finanziamenti della legge appena approvata. Gli studenti, perciò, sono sempre sul piede di guerra e respingono al mittente anche le “velate intimidazioni” che arrivano da qualche dirigente scolastico che vorrebbe «spaventare» i ragazzi abbassando il voto in condotta, considerando assenze ingiustificate le ore delle assemblee non concesse in forma ufficiale. Un provvedimento verrebbe esteso anche a coloro i quali si rendono responsabili di interruzione del pubblico servizio, se venisse impedito al personale interno di entrare nelle loro funzioni o anche agli studenti intenzionati a seguire le lezioni.

Riproduzione riservata © Il Piccolo