Prostituzione al Marina club di Nova Gorica. “Giro” da almeno 21 milioni

La spa a luci rosse frequentata anche da molti clienti del Triveneto. In quasi 6 anni 150 mila uomini: pagavano fino a 85 euro. Coinvolte 413 ballerine
L’interno di una delle sale del Marina Sauna Club
L’interno di una delle sale del Marina Sauna Club

GORIZIA Un giro di denaro pari ad almeno 21 milioni di euro. Quattrocentotredici ballerine che, secondo l’accusa, si sarebbero prostituite dal 1° agosto 2014 al 23 gennaio 2020 all’interno di quelle quattro mura, appena al di là del confine. Si aggiunge un nuovo capitolo nella vicenda del “Marina sauna club, wellness e spa” di Ajševica (Nova Gorica). A fare il punto è la stampa slovena.

Il quotidiano “Delo” è riuscito anche a quantificare il numero di visitatori, o meglio di clienti: in meno di sei anni il club sarebbe stato frequentato da 148.935 uomini che hanno pagato dai 60 agli 85 euro per l’ingresso. Pareva un normale centro wellness con sauna. Certo, quell’aggettivo “erotico” che accompagnava tutte le pubblicità del locale non lasciava spazio a tante interpretazioni. Un luogo dove poter ottenere «coccole – si poteva leggere sino a qualche tempo fa sul sito internet del locale – in un’atmosfera erotica. Un’oasi di relax dotata di Jacuzzi, piscina esterna riscaldata, sauna finlandese, turca, bio e infrasauna».

Ma dietro quell’insegna si celava, secondo l’accusa, un vero “supermercato del sesso”. Quel viavai continuo e incessante di uomini (anche da Gorizia e dal Nordest intero) era balzato all’occhio. Era talmente inarrestabile da richiedere un supplemento d’indagine alla Polizia slovena. E i controlli, evidentemente, avevano dato esito positivo. Prova ne furono, in prima battuta, i sei arresti e le dodici denunce.

Fra i denunciati anche diverse ballerine: erano di nazionalità rumena, ucraina, albanese e di vari Paesi dell’ex Jugoslavia. Da Gorizia, poi, arrivava una buona fetta di clientela della spa a luci rosse. Prova ne siano le tante targhe italiane delle automobili parcheggiate nel parking esterno. Ma, come evidenziato sin dalla prima ora, le indagini non avevano coinvolto nessun goriziano, anche perché - al limite - i clienti erano “beneficiari” delle prestazioni sessuali e non certamente organici all’organizzazione del presunto sfruttamento della prostituzione.

I reati ipotizzati, oltre alla sfruttamento della prostituzione, parlano di riciclaggio di denaro, falsificazione di documenti. Sempre secondo la stampa slovena (nella fattispecie “Pop tv”) l’accusa è composta da un faldone di più di 400 pagine. Circostanza confermata anche dal Primorski Dnevnik, il quotidiano della minoranza slovena in Italia. Peraltro, i 21 milioni sarebbero approdati “illegalmente” sui conti di un’altra società, in maniera tale da non lasciare tracce e non alimentare sospetti ma, alla fine, gli inquirenti hanno scoperto quel era il giochino.

Il taglio del nastro del Marina si svolse nell’agosto 2014. A settembre, gli inquirenti avevano già iniziato ad “attenzionare” il club per soli uomini. È così iniziata un’attenta opera di controllo, vigilanza, pedinamenti che hanno consentito di rendere «particolarmente solido» il quadro accusatorio. Un lavoro apparso come certosino, durato 5 anni e che ha coinvolto anche Gorizia, dove vivevano alcune “ballerine” che lavoravano nel locale e anche qualche rumeno finito in manette. —


 

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