Proseguono le ricerche del ragazzo disperso in mare a Trieste: un robot per scandagliare il fondale
Si sta valutando la possibilità di scandagliare il bacino e le zone attigue con l’ausilio del sistema Rov, il mezzo subacqueo della Saipem pilotato da remoto che permette di indagare i fondali

TRIESTE Sono proseguite per tutta la notte con le motovedette della Guardia costiera le ricerche del ragazzo disperso in acqua tra il Molo III e il Molo IV, nel Porto Vecchio di Trieste.
Si tratta di un 24nne marocchino, richiedente asilo: si è buttato da un molo del Porto Vecchio, in una delle tante zone abbandonate dello scalo dove era andato con un gruppo di connazionali e una coetanea triestina per fare festa. Ma da quel tuffo, poi, il giovane non è più riemerso. La corrente, forse, l’ha tenuto sotto. O forse è stato fatale lo choc termico, chissà, insieme all’alcol nel sangue.
Da stamattina, 12 giugno, le operazioni sono nuovamente svolte in collaborazione con i mezzi navali dei Vigili del Fuoco e con la Guardia di Finanza.
Alle ricerche ha concorso con un breve sorvolo il mezzo aereo della Guardia Costiera ATR42MP (Manta) di base a Pescara che tuttavia ha dovuto sospendere l'attività a causa delle forti turbolenze.
A metà mattinata è entrato in azione anche il sistema Rov (remotely operated vehicle), messo a disposizione da Saipem, il mezzo subacqueo pilotato da remoto che permette di indagare i fondali.
Parallelamente la Questura indaga per definire meglio i contorni di quanto sia accaduto nella notte tra lunedì e martedì in quell'angolo del Porto vecchio. C’è un video che ha ripreso la scena del tuffo: un video registrato dagli impianti di videosorveglianza del porto.

I giovani che erano assieme al ventiquattrenne, tutti di origine marocchina, frequentatori assidui di quegli spazi abbandonati, quando si sono accorti che da quel tuffo il ragazzo non tornava su, sono fuggiti. La chiamata di emergenza si deve alla ragazza triestina che era con loro, che si è resa conto della gravità della situazione e ha chiesto aiuto ai militari dell’Esercito.
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