«Proposta assurda. Impararlo è inutile»

Dal centrodestra bordate contro l’esponente di governo: «Eviti boutade politiche e si occupi piuttosto di aule a pezzi»
Sandra Savino
Sandra Savino

TRIESTE. La svolta annunciata da un ministro dell’Istruzione di un governo Pd, incoraggiata dalla giunta Serracchiani con le dichiarazioni dell’assessore alla Formazione e, ancora, spinta da una deputata dem, non lascia indifferente il centrodestra. Che pone un problema politico. Tanto più su un tema storicamente sensibile. Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, come prevedibile, alzano letteralmente le barricate: non concordano affatto sulla proposta di inserire lo sloveno come seconda lingua di insegnamento nelle scuole triestine e della regione, per quanto opzionale. «Bisognerebbe che le istituzioni si impegnassero per promuovere piuttosto altre lingue», dicono in coro.

La prima a farsi avanti è l’assessore all’Istruzione del Comune di Trieste Angela Brandi. «Intanto stiamo parlando di una possibilità - premette l’esponente della giunta Dipiazza - che, in quanto tale, di per sé non rappresenta un ostacolo. Ma considero che imparare lo sloveno sia inutile, perché è parlato da meno di due milioni di persone, poco più della popolazione del Friuli Venezia Giulia. Se io avessi un figlio di quell’età - aggiunge ancora Brandi - gli farei studiare di più l’inglese o lo spagnolo che è usato in gran parte del mondo».



L’assessore comunale non ha dubbi: «Siamo in democrazia e ognuno può scegliere quello che gli pare per investire sulla propria cultura, ma sinceramente lo sloveno è utilizzato pochissimo nel mondo. Se questa è la proposta di Fedeli mi fa sorridere anche perché il ministro non è nuovo alle idee balzane. Penso alla sua recente uscita circa l’intenzione di alzare l’obbligo scolastico a diciotto anni. Un’idea astrattamente non sbagliata, ma che si scontra con svariati problemi visto che le scuole cadono a pezzi e mancano gli insegnanti, oltre al fatto che non si fa un concorso per i presidi da un sacco di tempo. Così - conclude Brandi - inquadro anche questa sua ultima dichiarazione sull’insegnamento delle lingue straniere: pensiamo prima a fare in modo che le scuole siano sicure, pulite e luoghi ci sia personale adeguato».

A sparare a zero sulla proposta del ministro dell’Istruzione Fedeli è anche la parlamentare e coordinatrice regionale di Forza Italia, Sandra Savino: «A Trieste esistono già tante scuole in cui è possibile imparare lo sloveno - afferma l’esponente azzurra -. Sarebbe più utile che al giorno d’oggi i nostri ragazzi studiassero lingue globali capaci di essere spese sul mercato del lavoro. Penso ad esempio - conclude la deputata - al cinese».

Dubbi pure dal capogruppo di Forza Italia Piero Camber. «Chi vuole imparare lo sloveno ha già tante opportunità di farlo - fa notare - dalle materne alle elementare, oltre agli istituti sloveni. Oggi bisogna puntare su lingue che ci permettano di guardare al mondo: l’inglese è basilare. Si studi poi lo spagnolo, il tedesco, il russo o il cinese». Sulla stessa linea il collega di partito, il consigliere comunale e regionale Bruno Marini. «Il mio non è un discorso nazionalista, superato dalla storia: ritengo infatti lo sloveno una lingua come tutte le altre. Ma di questo passo non vorrei arrivare al bilinguismo coatto, a questo dico no. Ci sono lingue più utili».

Perplesso pure il capogruppo della Lega Nord nel Consiglio comunale di Trieste, Paolo Polidori: «Trieste è una città multiculturale in cui la componente slovena esiste e questo è ovviamente un dato di fatto - osserva -. Ma non abbiamo bisogno di forzare una situazione che fino a oggi è andata avanti tranquillamente. Ci sono già gli istituti con lingua di insegnamento sloveno, quindi non vedo assolutamente la necessità di metter le mani su qualcosa per cui forse non c’è nemmeno la richiesta. Non mi pare una scelta necessaria. Poi ognuno in questo mondo è libero di proporre quello che vuole ma io non sono d’accordo. Non in questi modi, non in questi termini».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Claudio Giacomelli dà un’altra rilettura: «Francamente mi pare un’uscita politica, quella della Fedeli. Del resto non mi pare casuale la parata di ministri registrata in questi giorni a Trieste. Forse si tratta di un espediente organizzato perché siamo in vista delle elezioni regionali. Al di là delle questioni storiche, lo sloveno non è una priorità utile a formare i nostri giovani in una società globalizzata. Forse chiosa Giacomelli - è una priorità elettorale del Pd”. (g.s.)
 

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