Pronto soccorso di Monfalcone, codici bianchi e verdi dati in appalto esterno anche di notte
Da febbraio servizio affidato h24 alla Sogit di Grado. Poggiana: «Così liberiamo risorse per i casi più gravi». Sindacati critici: «A Trieste non si fa, perché qui sì?»
Si completa per la fascia notturna l’operazione di esternalizzazione dei codici bianchi e verdi al Pronto soccorso dell’ospedale San Polo di Monfalcone. Una riorganizzazione avviata nel 2019 dall’allora dirigente del Pronto soccorso Alfredo Barillari che contemplava (e tuttora contempla), nella valutazione da parte del personale della Sogit di Grado delle situazioni meno complesse, le sole dodici ore, dalle 8 alle 20. Dal primo febbraio cambia tutto e i codici più lievi saranno trattati nella loro globalità dall’organismo terzo, con appalto. A darne la notizia il direttore generale dell’azienda sanitaria Antonio Poggiana: «In questo modo diamo copertura h 24, cioè nell’intero arco della giornata, alle prestazioni del Rau (acronimo delle parole inglesi Rapid assessment unit, vale a dire ambulatorio ad accesso rapido ndr)».
I vantaggi? «Alleggeriamo il carico di lavoro per il medico del Pronto soccorso e particolarmente, in questo caso, nella fascia notturna – replica il direttore generale –. Così il personale si può concentrare sulle attività di maggior criticità. Ci sono state richieste interne in tal senso, ma la decisione è anche frutto della valutazione del servizio e dell’incontro avuto da Asugi davanti al prefetto, a fine agosto».
Anche se incardinati nella struttura esterna, il Rau appunto, i codici bianchi e verdi esternalizzati ricadranno comunque nel computo annuale complessivo degli accessi, assicura Poggiana. Diversamente la fotografia delle dinamiche assistenziali del San Polo, per quanto riguarda l’Emergenza, ne uscirebbe falsata.
La novità non fa fare i salti di gioia a Uil Fpl e Nursind, che con i segretari generali, rispettivamente Stefano Bressan e Luca Petruz, obiettano: «All’interno degli ambienti del Pronto soccorso presteranno servizio notturno un medico e un infermiere in convenzione, cioè partita iva, che si occuperanno di visitare i codici bianchi e verdi. Il Rau diventerà pure notturno, dalle 20 alle 8, in maniera continuativa. Solo che nell’orario diurno opera all’esterno dell’area emergenza...». In pratica «gli operatori temono che ciò possa generare afflussi più consistenti anche per le patologie non da Pronto soccorso, con scarso utilizzo del medico di famiglia, tradotto: un aumento di ingressi impropri negli orari notturni». Altro punto dolente, il «calo delle indennità percepite in base al numero degli accessi».
Tuttavia il recupero di un medico dovrebbe servire a potenziare altri turni, mentre gli infermieri potrebbero magari finire nell’osservazione breve intensiva o nella medicina d’urgenza, quando capita siano saturi per utenza in soprannumero.
Concludono intanto i sindacalisti di Uil Fpl e Nursind: «Come mai il Rau non viene attivato al Pronto soccorso di Cattinara per recuperare infermieri e medici vista la gravissima crisi? Pare di assistere a due pesi e due misure nella stessa realtà che si chiama Asugi. Forse perché non si tratta di un’azienda unica?». Si mobilita anche la politica con il candidato del centrosinistra Diego Moretti: «Attenzione all’estensione notturna del Rau: si pensi piuttosto a dare un’ambulanza in più sul territorio».
«Sto raccogliendo in queste settimane – dice – la forte preoccupazione, tra i professionisti dell’Emergenza di Monfalcone, per l’estensione dell’appalto esterno alla Sogit di Grado del servizio Rau anche al turno notturno». Appunto «quel servizio che oggi viene svolto fuori dal presidio su 12 ore e che permette di gestire una prima valutazione dei codici bianchi e verdi, per poi eventualmente valutarne il passaggio al Pronto soccorso». «La possibile estensione al turno notturno – riflette – potrebbe prevedere lo spostamento di un infermiere e di un medico interno ad altra funzione. Alcune domande però sorgono spontanee: quali sono le competenze in materia di emergenza-urgenza di questi professionisti? Durante il turno notturno ci sarà bisogno di un supporto infermieristico interno? Quali saranno le “regole d’ingaggio” per gli interventi notturni? Se un codice dovesse essere azzurro, quali sono le garanzie di sicurezza per i cittadini che si dovessero recare al Pronto soccorso? E quali, infine, i costi di questo servizio?».
Moretti non scorda che con i suoi 45 mila accessi l’Emergenza del San Polo è il quarto presidio in regione. Anche per questo, a distanza di quasi dieci anni dall’entrata in vigore del Piano regionale dell’emergenza-urgenza, che eliminò una delle due automediche presenti tra Gorizia e Monfalcone per prevederne una a Gradisca, forse sarebbe il caso di inserire – proprio per la notevole mole di utenza – «una nuova ambulanza di base bls, con la presenza di almeno un infermiere». —
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