Pronto il progetto “Ezit 2” Serve un milione di euro

Il sindaco ha consegnato un documento alle istituzioni e alle categorie economiche Chiederà a Bolzonello l’intervento della Regione per sostenere i costi di funzionamento
Di Massimo Greco
Lasorte Trieste 05/11/11 - Zona Bonifiche, Siti Inquinati
Lasorte Trieste 05/11/11 - Zona Bonifiche, Siti Inquinati

Un progetto-base per lo statuto c’è. Il consenso di enti e associazioni coinvolgibili c’è, perlomeno in linea di massima. Industriali, artigiani, sindacati sembrano inclini ad accettare la proposta, che verrebbe ampliata anche a Confcommercio, su insistente richiesta del presidente Antonio Paoletti. Resta “solo” da trovare un milione di euro all’anno necessario ad affrontare e coprire i costi di funzionamento “ordinario”.

Ma dove e come trovare le risorse per consentire a “Ezit 2” di decollare nella normalità gestionale, onde evitare altre figuracce come quella rimediata a novembre, quando il sessantaduenne ente spirò nell’impossibilità di saldare il debito con il fisco? Espediente classico: si proverà a bussare alla porta della Regione autonoma Fvg, in particolare allo sportello del vicepresidente Sergio Bolzonello, che ha seguito (con qualche polemica) il dossier Ezit e che a marzo si era dichiarato disponibile a “scortare” in Consiglio regionale il progetto di un “nuovo Ezit”, secondo il modello consortile disegnato dalla legge “Rilancimpresa” del febbraio 2015. Perchè - inutile negarlo - un milioncino all’anno peserebbe sul groppone dei Comuni di Trieste, Muggia, San Dorligo. E alle associazioni di categoria certo non gliene avanza per contribuire alle spese di “Ezit 2”. Così Cosolini chiederà un incontro con il vicario di Debora Serracchiani, allo scopo di definire un capitolo di politica economica al quale, da vecchio “past president” dell’Ezit, non nasconde di tenere.

Urbanizzazione, gestione di servizi per le imprese, pianificazione territoriale, compravendita di aree e fabbricati, stoccaggio rifiuti, reti idriche, impianti di produzione energetica: le premesse, per costituire il nuovo soggetto consortile, sono contenute in una nota di 4 pagine, che Cosolini ha consegnato ai rappresentanti di istituzioni e categorie economiche una ventina di giorni fa. “Ezit 2” si comporrebbe di cinque organi: il presidente, il consiglio di gestione, il consiglio di sorveglianza, l’assemblea consortile, il comitato di consultazione.

Questo assetto, basato su una “governance” duale, consentirebbe di risolvere il problema giuridico-gestionale correlato alla partecipazione delle associazioni economiche. In che senso? Nel senso che il consiglio di gestione verrebbe formato dal presidente e da due membri scelti dal consiglio di sorveglianza «tra persone di comprovata esperienza amministrativa, imprenditoriale o professionale nel settore industriale», con un pedigree perlomeno quinquennale.

Il consiglio di sorveglianza viene invece classificato «organo di indirizzo e di controllo» e ne fanno parte il presidente, tre componenti designati congiuntamente dai Comuni e dall’Autorità portuale, un componente indicato dagli industriali, un componente espressione degli artigiani, uno portato dai sindacati, un componente in rappresentanza delle imprese insediate e aderenti al consorzio. Nella bozza non c’è il riferimento a commercio & servizi, ma Cosolini si sarebbe impegnato con Paoletti per inserire nell’organo anche un esponente delle attività terziarie. Alla “sorveglianza” compete l’elezione del presidente, che avviene a scrutinio segreto con la scelta di uno dei membri del consiglio di gestione.

L’assemblea consortile è formata dai rappresentanti legali dei soggetti partecipanti al consorzio: si puntualizza che, a eccezione degli pubblici (Comuni e Autorità portuale), il totale complessivo delle quote posseduta da ciascun consorziato non può superare il 20% del totale. Nella fase costitutiva di “Ezit 2” i soci debbono comunque assicurare un fondo consortile pari ad almeno un milione di euro.

Il documento, distribuito da Cosolini, specifica che il fondo di dotazione è cosa distinta e differente rispetto al patrimonio immobiliare, la cui proprietà «rimane in capo ai singoli soci» ma la cui gestione sarebbe conferita a “Ezit 2”.

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