Promotore scompare e spariscono anche i soldi
Del denaro investito da più di cento persone attraverso Rodolfo Sain non ci sarebbe più traccia

I primi preoccupati clienti si erano presentati nella sede triestina della Banca Fideuram in via San Nicolò almeno una settimana fa, manifestando le loro perplessità e ponendo precise domande sui loro investimenti. Per Rodolfo Sain, il promotore finanziario di Monfalcone svanito nel nulla da giovedì scorso, è stato l'inizio della fine. Le verifiche contabili, gli accessi alle memorie dei computer delle sedi centrali di Milano e Roma, i rendiconti esibiti dai clienti, hanno crudamente evidenziato l'ordine di grandezza della voragine. Milioni di euro. Due, forse tre e anche più perché i clienti del promotore erano più di cento. Ora vivono col fiato sospeso, pensando alla fatica che quel denaro scomparso rappresentava. Ai sogni infranti, alla svanita sicurezza. Va detto subito che degli investimenti "evaporati" è comunque responsabile a livello di risarcimento proprio la banca per cui Rodolfo Sain lavorava fino a qualche giorno fa. Lo dice una recente sentenza della Corte di Cassazione su un analogo caso triestino, dove un promotore finanzario monomandatario della Banca nazionale del lavoro, alla fine degli Anni Novanta si era appropriato di una ingente somma appartenente a una cliente.
La Cassazione ha ribadito che per gli illeciti del promotore - condannato a livello penale - ne deve rispondere comunque anche l'intermediario. In altri termini la banca in nome e per conto della quale il promoter agiva. Che dei "soldi" investiti da più di cento persone non vi sia traccia lo hanno sostenuto ieri alcuni familiari di "Rudy" Sain che fino a poche ore fa nulla sapevano dell'attività segreta del loro parente e che ora stanno cercando di prendere le misure della situazione per poter intervenire. Le stesse fonti hanno sostenuto che il promotore finanziario sarebbe pronto a ricostruire i dettagli della sue "devianze" finanziarie proprio con i vertici della banca che il 30 marzo scorso ha interrotto unilateralmente il rapporto di lavoro, mettendolo alla porta e denunciandolo alla Procura della Repubblica e alla Consob. Ma più che ai dirigenti e agli ispettori della Banca Fideuram, Rudy Sain dovrà spiegare a brevissima scadenza i dettagli dell'evaporazione del denaro che gli era stato affidato, agli investigatori della Guardia di Finanza che lavorano per la Procura della Repubblica di Trieste. Il danno che ha procurato a tante persone è ingente, così come la ferita inferta all'immagine della Banca.
Certo è che appare per lo meno facile affermare ora che il denaro non c'è più, che si è dissolto in spericolate operazioni finanziarie sui "derivati" o su altri prodotti ad altissimo rischio. Gli investigatori - privati e pubblici - non potranno accettare questa tesi a scatola chiusa. Dovranno verificare, documenti alla mano, se le somme di denaro "evaporate" in Italia non si sono eventualmente condensate in qualche isoletta caraibica. È già accaduto per casi non dissimili che qualcuno che si era appropiato in ragione del proprio ruolo, di denaro altrui, abbia cercato di nasconderlo e di mimetizzarne il percorso. «L'ho perso giocando al tavolo verde del casinò», aveva affermato un amministratore di stabili, denunciato per appropriazione indebita dai condomini che si erano affidati alla sua gestione.
«L'ho speso con le donne, in viaggi e alberghi di lusso» aveva invece sostenuto un agente assicurativo, anch'egli denunciato e condannato con sentenza per il momento non definitiva. Con l'uso di una scanner e di una stampante aveva realizzato contratti di investimento del tutto simili a quelli della Compagnia per cui lavorava. In molti ci erano cascati, specie tra i suoi clienti di più antica data. Come abbia agito Rudy Sain al momento è ancora oscuro. C'è chi dice sia prostrato per quanto ha fatto e non esca di casa da giorni. C'è che invece pensa che attenda il momento per presentarsi agli inquirenti, cercando di evitare, con la confessione, l'arresto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo