Proiettile vagante a Trieste: «Con un’arma così si arriva lontano»

Parla il colonnello Daniel Melis, comandante dei carabinieri «Quella pistola ha una gittata massima di due chilometri»
Lasorte Trieste 31/05/17 - Via dell'Istria, Comando Carabinieri, Conf Stampa
Lasorte Trieste 31/05/17 - Via dell'Istria, Comando Carabinieri, Conf Stampa

TRIESTE L’errore? Il pensionato afferma di aver armato la pistola prima di togliere il caricatore. E il proiettile è rimasto in canna mentre puliva l’arma. Una “svista” che poteva costare la vita a una persona: se il finestrino fosse stato aperto, l’automobilista che era seduto nell’abitacolo avrebbe potuto essere centrato. Il colonnello Daniel Melis, comandante dei carabinieri di Trieste, ha un’idea piuttosto precisa dell’accaduto: non è affatto impossibile che una pallottola esplosa da Strada per Longera riesca a percorrere un chilometro e mezzo di distanza e finire la sua corsa precipitando in via Cantù.

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Comandante, come è possibile che un colpo di pistola partito da Strada per Longera sia arrivato addirittura fino in via Cantù?

È possibile. L’arma che ha sparato è una “SIG Sauer P226”, calibro 9x21. Una pistola che può arrivare anche ai 1800/2000 metri di gittata massima.

Quale traiettoria ha seguito la pallottola? Ci potrebbe descrive l’esatta dinamica?

L’uomo si trovava sul balcone mentre puliva la pistola. Ha erroneamente omesso di effettuare le operazioni di messa in sicurezza dell’arma e ha “armato” la pistola inserendo il proiettile in canna. In questo modo si prepara la pistola allo sparo. Distrattamente, mentre impugnava la pistola per pulirla, ha toccato la leva di sparo, comunemente nota come “grilletto”, e il colpo è partito. Il proietto o ogiva, ovvero la parte che materialmente lascia la pistola alla volta del bersaglio, ha compiuto una traiettoria curva, caratterizzata da una fase ascendente, nel corso della quale la forza cinetica è ancora molto forte, fino a quando la forza di gravità non ha prevalso, trasformando la traiettoria da ascendente in discendente. Il finestrino dell’auto è stato così colpito dal cosiddetto “colpo in ricaduta”. In questa fase la forza cinetica e la capacità di penetrazione sono diminuite molto, sebbene il proiettile sia ancora in grado di fare del male. Basti pensare che ha avuto la forza di rompere un finestrino d’auto.

Ma un colpo di pistola può effettivamente arrivare a 1,5 chilometri di distanza? I residenti di Longera sono increduli.

Sì, come dicevo prima può teoricamente arrivare anche oltre, sebbene le pistole non siano pensate per distanze di questo tipo.

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Ma perché questa persona che stava pulendo la pistola, come sostiene, aveva anche un colpo in canna?

Per le ragioni sopra esposte. La prima operazione da fare, quando si pulisce una pistola, è estrarre il caricatore e controllare la camera di cartuccia e la canna, al fine di verificare se sia rimasto all’interno un proiettile. Evidentemente l’uomo non ha compiuto una di queste due operazioni, dimenticandosi il proiettile all’interno della canna.

La persona che si è trovata l'automobile colpita al finestrino ha rischiato la vita?

Il finestrino ha annullato completamente la residua forza cinetica del proiettile, tanto è vero che, subito dopo, si è depositato sul tappetino posteriore dell’auto, senza andare a conficcarsi da altre parti. Certo, se il finestrino fosse stato aperto e una persona seduta dietro... Ma per fortuna non è andata così.

Sul piano giudiziario a cosa incorre una persona responsabile di un incidente del genere?

La qualificazione giuridica del reato spetta alla Procura della Repubblica, che sta coordinando tutta l’attività nostra e dei colleghi del Ris di Parma. Tengo a sottolineare, infatti, che pur ritenendo le dichiarazioni del pensionato verosimili, d’intesa con la Procura effettueremo tutte le verifiche tecnico-scientifiche necessarie per confermare sia la compatibilità della traiettoria che l’appartenenza di quell’ogiva a quella pistola. Non possiamo lasciare nulla al caso

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