Progetto idrovolanti, dai pontili ai velivoli in vendita i beni della società fallita

Tre anni fa l’Agenzia per l’aviazione civile aveva fermato la tedesca Eca per le cattive condizioni dei mezzi

SPALATO. Prosegue lo smantellamento della fallita compagnia tedesca European Coastal Airlines (Eca), che nel 2014 aveva dato vita a una rete di collegamenti su idrovolanti lungo il versante orientale dell'Adriatico. Due anni dopo, l'Agenzia croata per l'aviazione civile aveva ordinato all'Eca di far restare a terra i suoi velivoli in quanto non garantivano le minime condizioni di sicurezza a passeggeri e personale di volo. Da allora, il progetto non è più stato riavviato: mentre è in corso la messa all’asta delle proprietà immobiliari dell’Eca, a breve partirà mentre a breve partirà anche la vendita degli idrovolanti.

Il notaio raguseo Nikša Mozara ha pubblicato per la seconda volta la vendita all'incanto dei pontili collocati anni fa in vari porti istriani, quarnerini e dalmati che servivano per le operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri. Le costruzioni, a tre anni dalla chiusura dell'azienda tedesca di proprietà dell'imprenditore Klaus Dieter Martin, si trovano fra le altre località a Fiume, Pola, Arbe, Spalato, Lesina, Lussinpiccolo e Gelsa. Sul mercato anche i container dell’Eca che nelle aree portuali ospitavano uffici, bar e servizi igienico–sanitari, così come i contenitori della compagnia che si trovano nella caserma militare Knez Trpimir a Divulje, nelle vicinanze di Traù.

A farsi vivi per l'acquisto dei pontili sono stati diversi imprenditori croati interessati agli impianti situati a Spalato, Resnik, Arbe e Gelsa (sull’isola di Lesina). Il curatore fallimentare dell'Eca, Vlaho Monković, ha spiegato che nei mesi scorsi a manifestare interesse a rilevare l’Eca era stata la compagnia Star Jet Co Ltd di Shangai, in tandem con investitori europei.

«I cinesi si erano fatti avanti dopo che all'Eca era stata tolta la concessione per i voli – ha rilevato Monković – annunciando di voler investire nel primo anno di attività circa 15 milioni di euro. Intendevano azzerare i debiti dell’Eca e rilanciare le vecchie tratte promuovendone poi di nuove. La Star Jet si era richiamata all'iniziativa della Nuova via della Seta e agli investimenti connessi». Per ottenere la licenza di attività, come sottolineato dal ministero croato del Mare, trasporti e infrastrutture, i cinesi avevano bisogno di un partner dell'Ue che detenesse oltre il 50% della proprietà della compagnia aerea. In effetti da Shanghai l’offerta era pervenuta mentre era in corso l’iter prefallimentare dell’Eca. L’operazione però si è improvvisamente arenata e i cinesi si sono defilati.

Ora, come confermato da Monković, i beni dell’Eca sono in vendita a persone fisiche. Anche se nessuno vuole esporsi, voci ufficiose indicano come vi siano potenziali investitori intenzionati a rimettere in piedi i collegamenti con gli idrovolanti, utili nel settore turistico.

Il progetto dell’Eca era naufragato a causa delle cattive condizioni - secondo le perizie - in cui si trovavano gli idrovolanti della compagnia, il cui proprietario si era sempre difeso definendosi vittima della burocrazia croata e lobby d’interesse. —


 

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