Profughi, pernottano alla Valletta e nella pista di skateboard

In attesa di una sistemazione che tarda ad arrivare, i richiedenti-asilo che non hanno ancora un tetto hanno reperito nuovi spazi per ripararsi dalla pioggia. Le proteste della Lega
Di Francesco Fain

I richiedenti asilo “conquistano” nuovi spazi per la notte. Ed è la naturale e comprensibile conseguenza del fatto che non ci sono strutture coperte per accoglierli.

Dove eravamo rimasti? Eravamo rimasti che erano sostanzialmente tre i rifugi di fortuna utilizzati dai profughi per dormire: dai porticati del condominio che ospitò la sede dell’Agenzia delle entrate al Parco della Rimembranza, per finire con “the jungle”, la boscaglia che caratterizza le rive dell’Isonzo.

Ma oggi si scopre che sono almeno altri due i rifugi di fortuna. Uno è la pista di skateboard della Madonnina: un ampio piazzale che si trova immediatamente sotto al cavalcavia “Ragazzi del 99”. Ha il vantaggio di essere riparato e tutto sommato anche abbastanza isolato. Eppure questa nuova location non va giù alla Lega Nord e alla coordinatrice provinciale dei Giovani Padani della Lega Nord di Gorizia, Marianna Zotti. L’altra notte, con macchina fotografica al seguito, ha immortalato la situazione di totale degrado nella quale sono costrette a vivere queste persone. «Non mi sembra per niente corretto né igienico che tutte queste persone dormano proprio in un luogo che dovrebbe essere dedicato al divertimento dei giovani. Ho avuto modo di parlare con alcuni ragazzi goriziani, che mi hanno riferito che da quando i profughi si coricano in questo luogo, non possono nemmeno andare ad allenarsi con lo skateboard ed hanno addirittura paura di avvicinarsi alla zona. A nome dei Giovani Padani chiedo se è possibile porre rimedio a questa situazione e permettere di nuovo ai nostri ragazzi di allenarsi in tutta tranquillità e sicurezza». Una soluzione sarebbe l’individuazione di una struttura, magari fuori da Gorizia come ripete sino all’ossessione il sindaco Ettore Romoli: insomma, è necessario e ormai non più rimandabile dare vita all’ambizioso progetto di accoglienza diffusa che stenta terribilmente a decollare.

L’altro luogo in cui sono stati “avvistati” richiedenti asilo durante le ore notturne è il parco della Valletta del Corno. Lì, si sarebbero coricati un numero variabile dalle cinque alle sette persone con sacco a pelo e coperte di fortuna al seguito.

Intanto, la Prefettura, attraverso Giuseppe Donadio (Capo di Gabinetto), smentisce recisamente le voci di un ormai imminente utilizzo del convitto San Luigi come centro-immigrati. La struttura, come ampiamente noto, è stata oggetto di alienazione con i salesiani che hanno venduto gli immobili a una onlus triestina. «Non c’è stato nessun interessamento per il San Luigi - scandisce chiaramente Donadio -. La Prefettura non è interessata all’utilizzo di quella struttura. È vero, si stanno vagliando varie soluzioni per dare soluzione alla problematica dei richiedenti asilo ma non vanno in quella direzione».

Proprio ieri, avevamo dato conto che si stavano diffondendo voci, le ennesime voci sul San Luigi, “figlie” della scarsa chiarezza che hanno avuto i salesiani sin dalla prima ora sulla vendita del convitto. Nei prossimi giorni, ma non era stato possibile ottenere conferme, potrebbero essere ospitati nella struttura un’ottantina di richiedenti-asilo: queste le indiscrezioni che circolavano e continuano a circolare con sempre maggior insistenza in città. L’operazione, si diceva, sarebbe stata facilitata dal fatto che la Prefettura può procedere con l’affidamento diretto a una onlus, senza percorrere la strada più lunga e ricca di maggiori incognite del bando di gara. Ma anche ieri mattina, al San Luigi, regnava la calma piatta: nessun movimento, nessun arrivo di furgoni con materassi e quant’altro. Oggi, la conferma della Prefettura: non si fa nulla.

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