Profughi, l’allarme del sindaco: «La situazione è insostenibile»

Cosolini: «Non possiamo essere lasciati da soli con numeri crescenti, siamo oltre le nostre possibilità di gestione del fenomeno. Il governo intervenga». Gruppo di rifugiati all’ex palestra pesi di via Locchi
Alcuni dei migranti ospitati nell'ex palestra pesi di via Locchi (Foto Massimo Silvano)
Alcuni dei migranti ospitati nell'ex palestra pesi di via Locchi (Foto Massimo Silvano)

Una nuova verifica, su soluzioni al momento top secret, è in programma domani con l’obiettivo di spostare altrove i profughi da qualche giorno ospitati nell’ex palestra pesi Sporting Club di via Locchi (sotto il distretto 1 della Polizia locale). Lì è stato sistemato il gruppo - la composizione oscilla fra le 50 e le 80 unità - che a inizio gennaio aveva trovato riparo nell’impianto di via Boegan, individuato quale luogo di fortuna vista ormai la saturazione dei centri di accoglienza. Intanto il sindaco Roberto Cosolini, che quotidianamente segue l’emergenza, lancia l’allarme: «Siamo oltre le possibilità di gestione di questo fenomeno a Trieste - afferma con preoccupazione -. Non possiamo essere lasciati soli con numeri crescenti oltre la nostra oggettiva capacità. Le cifre sono diventate insostenibili: siamo arrivati a 550 persone. Ci vuole a monte una diversa allocazione degli spazi. Non disconosciamo il dovere dell’accoglienza, obbligo di legge e anche morale e civile. Non è in discussione il rispetto delle norme - sottolinea il sindaco - ma ciò non ci può far negare come esista un livello che può essere controllato e uno oltre il quale la situazione diventa non più sopportabile. Lo dico pensando al governo».

Un messaggio forte, una richiesta di aiuto e di intervento urgente con destinatario l’esecutivo Renzi: «Servono regole che abbiano un equilibrio, altrimenti la situazione può diventare esplosiva. Per la cultura e i valori che abbiamo - aggiunge Cosolini - rifiutiamo derive di strumentalizzazione razzista: vogliamo affrontare responsabilmente il tutto, con grande sensibilità e attenzione nei confronti dei richiedenti asilo e nel contempo della nostra comunità».

Il sindaco torna sulla situazione di via Locchi: «Un contingente di immigrati è lì, nell’ex palestra pesi per la cui gestione siamo in attesa della riattivazione del bando di gara (oggi quindi è in disuso, ndr). Abbiamo attivato un presidio della Polizia locale sul posto per evitare qualsiasi tipo di preoccupazione ai cittadini». Subito a fianco c’è una palestra per basket e volley che viene invece regolarmente frequentata dalle società sportive. Domani il Municipio tenterà di stabilire una nuova sede per i rifugiati: «Ipotesi? Non anticipo soluzioni prima di lunedì», ribatte con fermezza Cosolini.

Emergenza profughi: cento rifugiati rimasti senza un letto
Un gruppo di richiedenti asilo

Sugli arrivi di profughi in città Gianfranco Schiavone, presidente dell’Ics (Consorzio italiano di solidarietà), spiega come lo scenario sia sostanzialmente quello di «un vaso in cui continua a gocciolare sempre acqua ma che non ha un’uscita. Se non c’è questa, deve poter trovare uno sfogo nel sistema nazionale. Da Trieste, però - ribadisce Schiavone -, i trasferimenti nella rete nazionale sono episodici. Il governo non ha adeguatamente considerato il Friuli Venezia Giulia come uno dei luoghi di ingresso di migranti. Andrebbe applicata, con le giuste proporzioni, una diversa logica di redistribuzione sul territorio nazionale degli arrivi». Da più parti, si chiede un passo concreto da Roma. «Che vi sia un aumento di ingressi è oggettivo - prosegue Schiavone -, c’è bisogno che il governo proceda a una redistribuzione. Fatto ciò, la situazione triestina sarà gestibile positivamente come fatto sinora. Qui non c’è comunque alcuna invasione, né emergenza. Peraltro - conclude - dovrebbe esserci qualche trasferimento a breve: vedremo di quante persone. Ma i trasferimenti stessi una tantum non bastano, devono essere abbastanza continui».

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