Profughi a Gorizia, altri 14 in due giorni

Crescono a 68 i migranti che non sono coperti da alcuna convenzione. Riunione in Prefettura. Volontari sempre più stanchi
Profughi appena arrivati in città
Profughi appena arrivati in città

GORIZIA. Quattordici richiedenti-asilo arrivati a Gorizia in due giorni. E meno male che la nuova commissione di Verona doveva rallentare i flussi verso la nostra città...

Ilaria Cecot, assessore provinciale al Welfare, torna ad affrontare quello che, suo malgrado, è diventato un cavallo di battaglia personale. Come ampiamente prevedibile, e non serviva essere dei maghi infallibili per “indovinare” che sarebbe andata così, continua ad essere costante l’«approdo» di profughi afghani e pakistani nel capoluogo di provincia. Ma se sino a qualche settimana fa l’arrivo era limitato a gruppetti di una/due persone al giorno, nei giorni scorsi sono stati (appunto) 14 i richiedenti-asilo che hanno scelto come meta Gorizia. «Ciò significa che oggi sono 68 le persone prive di convenzione e che vengono assistite dai volontari - allarga le braccia Cecot -. Sono ospitati al dormitorio Faidutti in Piazzutta e nella sede della Caritas di piazza San Francesco. Che dire? La situazione continua ad essere stagnante e i volontari sono sempre più stanchi...»

Ma perché torniamo a parlarne oggi? Perché si è svolta una riunione in Prefettura: da una parte del tavolo, appunto, i volontari accompagnati dall’assessore provinciale Cecot e dal consigliere comunale pentastellato Manuela Botteghi; dall’altra il prefetto Vittorio Zappalorto. «È stata l’occasione per fare una ricognizione a 360 gradi - aggiunge Cecot -. Purtroppo, al momento non ci sono grandi alternative. Come ho già affermato nei giorni scorsi, la prossima tappa sarà l’apertura, dopo i lavori di sistemazione, della vecchia caserma dei carabinieri di Gabria: lì troveranno spazio una trentina di richiedenti-asilo. Per il resto, la situazione è assolutamente ferma».

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Bumbaca Gorizia 31.10.2014 Profughi caserma Masciarelli Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Intanto lancia un appello accorato sulla questione il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Manuela Botteghi. Queste le sue parole contenute in un intervento intitolato “Magiche ordinanze”. «Chissà se qualcuno si sarà chiesto dove sono finiti i richiedenti-asilo che affollavano il Parco della Rimembranza fino a poco tempo fa? Smaterializzati grazie alla magica ordinanza del nostro sindaco? Macché! Semplicemente, (si fa per dire), accolti dal folto gruppo di volontari una cui rappresentanza si è recata ieri (lunedì sera, ndr) dal prefetto per chiedere quali siano i progetti in campo e le strategie pensate per risolvere in modo strutturale il problema dei migranti. La risposta ricevuta è stata una desolante e rassegnata conferma quel che già si sapeva: interventi spot, improvvisazione, separatezza tra gli organi e gli uffici dello Stato in tutte le sue declinazioni locali e centrali. Chiediamo alle “autorità” se non sia il caso di sotterrare asce di guerra, pregiudizi, disorganizzazione, lentezze e pigrizie varie per praticare invece i diritti dei cittadini, dei migranti e anche dei volontari che sono sottoposti ad un ricatto morale, (“se lasciate si riapriranno le porte del Cie”), vittime del loro stesso altruismo e forse di giochi più grandi di loro. Visto che a breve saranno emessi nuovi bandi per la gestione di vari servizi in materia, noi chiediamo più informazione, più trasparenza e pluralismo e, visto il caos che regna sovrano, che ci sia un coordinamento pratico di tutte le attività senza il quale si sprecano tempo e risorse e si manca di efficacia. Al nostro Sindaco ricordiamo l’ approvazione da parte del Consiglio Comunale di un ordine del giorno che , con la decisiva mediazione proprio del M5S, impegnò il Comune a coordinare le azioni in essere sul territorio comunale. Per non ritrovarsi con altre emergenze irrisolvibili a colpi di ordinanze, sarebbe il caso che il Sindaco incontrasse i volontari e desse loro il sostegno necessario a non interrompere le loro attività».

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