Professore delle medie sorpreso con una 15enne, condannato a quattro anni
MONFALCONE. Al termine del rito abbreviato è stata pronunciata la sentenza di condanna: 4 anni, pene accessorie, nonché il riconoscimento delle attenuanti generiche, anche riguardo al danno risarcito. È quanto ha stabilito il gup Flavia Mangiante, giovedì al Tribunale di Gorizia nei confronti dell’insegnante di scuola media che aveva avuto una relazione con una minorenne. L’uomo, di 43 anni, un anno fa era stato sorpreso dalla Polizia giudiziaria in compagnia della ragazza, allora di quindici anni, a bordo di una barca ormeggiata in banchina nel Golfo di Panzano.
L’accusa contestata dalla Procura, rappresentata dal pubblico ministero Ilaria Iozzi, è quella di “reati sessuali con minorenni”, reato che esclude la violenza sessuale e fa riferimento alla fascia di età tra i quattordici e i sedici anni. Una relazione consensuale tra il docente e la ragazza. Il riferimento, in particolare, è all’articolo 609 quater, che sanziona penalmente gli atti sessuali consensuali con soggetto minore, come aveva avuto modo di spiegare lo stesso procuratore capo, Massimo Lia.
Una imputazione aggravata dal ruolo rivestito dall’uomo, la professione di insegnante al quale vengono affidati gli alunni minorenni. Importante è la collocazione dell’età stabilita dalla Procura. Il ragionamento sta in questi termini: se si tratta di un minore di 14 anni la condotta è sempre punita, a prescindere dai rapporti esistenti tra l’adulto e la ragazza (comma 1, numero 1 dell’articolo 609 quater), mentre se il minore ha compiuto i 14 anni, ma non sedici, come nel caso in questione, la condotta viene punita solo se tra l’adulto e la minorenne intercorrono i rapporti indicati al comma 1, numero 2 dell’articolo 609 quater.
In altre parole, per quanto riguarda la vicenda monfalconese, il minore è affidato all’adulto per ragioni di istruzione. In linea generale, al di sotto dei quattordici anni si tratta di un reato di violenza sessuale, a prescindere dai rapporti instaurati, quindi anche se consenzienti, in ragione del condizionamento da parte dell’adulto.
Si è dunque conclusa con la sentenza di condanna l’udienza di giovedì davanti al gup Mangiante, a fronte del rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena. Le indagini erano state intraprese nel periodo in cui la ragazza frequentava una scuola media. Fino all’intervento degli agenti di Pg a Panzano. Allora per il docente era stata disposta la misura cautelare dei domiciliari; era seguita l’udienza nella quale il giudice aveva convalidato l’arresto rimettendo in libertà l’uomo nel disporre il divieto di avvicinamento e di comunicazione con la minore, dunque quale unico provvedimento.
Successivamente il gup aveva stabilito il giudizio immediato, accogliendo la richiesta formulata alla Procura, con l’avvio quindi del procedimento saltando la fase preliminare. Da parte della difesa era stata espressa l’istanza di rito alternativo, ossia il rito abbreviato. Da qui lo svolgimento del procedimento davanti al gup Mangiante.
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