Prof “segnalati”, a Monfalcone, l’opposizione si appella al ministero
MONFALCONE In questo cuore politicamente rovente d’agosto, mentre s’incenerisce l’alleanza gialloverde e comincia la crisi di governo – con ministri che potrebbero avere i giorni contati – il caso insegnanti registra una nuova sommossa, stavolta da parte delle opposizioni consiliari, in nome della libertà del magistero. Pd, M5S, Articolo 1, la Nostra città, La Sinistra e Gruppo misto, in una lettera aperta a Marco Bussetti, invitano il capo del dicastero dell’Istruzione, università e ricerca, a «venire quanto prima possibile a Monfalcone» per partecipare a un’assemblea pubblica, al fine di «conoscere di persona la realtà scolastica della città, valutare assieme a dirigenti didattici, docenti e rappresentanti degli studenti le concrete e attuali necessità». E, punto fondamentale per il centrosinistra e i grillini, «prendere ufficialmente le distanze dalle dichiarazioni rese del sindaco Anna Cisint, ristabilendo con chiarezza i ruoli che riguardano le legittime competenze del Miur e dell’Ufficio scolastico regionale, che non sono di certo sovrapponibili a quelle di un Garante dell’infanzia e dell’adolescenza comunale».
La missiva è sottoscritta per il Pd da Lucia Giurissa, Fabio DelBello, Paolo Fogar e Gianfranco Zorzin, per La Sinistra da Cristiana Morsolin, per il M5S da Gualtiero Pin, nonché da Annamaria Furfaro (La nostra città), Omar Greco (Art 1) ed Elisabetta Maccarini (Gruppo misto). Ed è scaturita dal fatto che nei giorni scorsi il sindaco, con il benestare del governatore Massimiliano Fedriga, «ha ritenuto doveroso annunciare che da settembre sarà attivo un non meglio precisato “servizio di ascolto riservato” da parte del Garante comunale». Affermazione ritenuta «molto grave sia per l’immagine della scuola pubblica come agenzia educativa sia per la dignità dei singoli insegnanti a prescindere dalle loro convinzioni personali».
L’accento e la richiesta al ministro Bussetti sono stati posti dall’opposizione, ieri compatta, nel corso di una conferenza stampa all’ex pretura. «Noi peraltro – così la capogruppo democratica Giurissa – avevamo votato contro l’istituzione del Garante comunale». Per l’esponente Pd, poi, Cisint «è ricorsa allo stereotipo degli insegnanti di sinistra per salire alla ribalta della cronaca e usare Monfalcone come laboratorio politico della Lega». «Un laboratorio solo mediatico – le ha fatto eco Morsolin – perché in tre anni non abbiamo assistito ad azioni concrete per la città, ma solo a spot che l’hanno resa tristemente famosa. C’è un filo conduttore in tutte queste vicende: l’attacco al potere. Gli insegnanti non sono stereotipo della sinistra, bensì simbolo di conoscenza». «Se fin qui – ha concluso – abbiamo avuto convivenza pacifica nelle classi il merito va ai docenti. Questo è pertanto un attacco becero alla libertà d’insegnamento, che va stoppato».
Furfaro ha sottolineato la consolidata «esistenza di un garante regionale e una rete di figure professionali ben definita, dall’équipe psicomedicopedagogica del San Polo agli assistenti sociali», sicché «l’aggiunta di un garante comunale sta ingenerando solo confusione nelle famiglie». «Oltretutto – aggiunge – un garante deve essere super partes, mentre qui l’incarico risulta assegnato al candidato di una delle due liste civiche a sostegno di Cisint, Monfalcone responsabile con i fatti, la stessa che ha espresso tre assessori: Garritani, Cauci e Volante. Orlando abbia il coraggio di dire chi è e cosa fa».
«Al di là dell’adesione alla circolare Gelmini – ha concluso – ricordo il silenzio completo, lo scorso anno, sul caso dei bimbi esclusi dall’asilo». In realtà, sulla vicenda si erano registrati interventi sia dal garante comunale sia dall’omologo regionale dei diritti alla persona (Walter Citti). Per Pin «un sindaco dovrebbe abbracciare l’intera città», invece si assiste «a continue divisioni di maniera già bocciate dalla Storia». Grande preoccupazione anche nell’animo di Fogar: «Vengono in mente le liste di proscrizione, le messe all’indice di libri proibiti e le censure».
Pur se «questa storia è solo funzionale al riposizionamento in Lega di Cisint in vista delle elezioni. Per me il garante comunale non esiste». Maccarini s’è detta invece «stanca delle bugie del sindaco» sbandierate «perfino su La Repubblica, dove si è vantata dell’assenza di bambini esclusi dall’asilo, e 60 sono fuori quest’anno, mentre quelli andati negli altri paesi sarebbero tutti contenti: è sconvolgente». Infine Delbello ha chiesto precisazioni sulla primogenitura del ventilato osservatorio, «visto che Cisint rimanda a Orlando e lui, sul suo profilo social, indica il sindaco». Delle due l’una. –
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