Prof e allieva sorpresi su una barca. «Ma non facevano nulla»

MONFALCONE Se ne stava in barca. Il mare d’inverno, la penombra della sera, lo scafo attraccato al molo, sulla pellicola del golfo. Quando il professore di 43 anni, insegnante di una scuola media del Monfalconese, è stato sorpreso una settimana fa in compagnia di una minorenne era ormeggiato in banchina. Ed è in questo contesto che, venerdì sera, la Polizia giudiziaria ha proceduto all’arresto in flagranza di reato per l’accusa in ordine ad «atti sessuali con minorenni», articolo 609 quater del Codice penale, formulata dalla Procura della Repubblica di Gorizia su fascicolo aperto dal sostituto Ilaria Iozzi. E indagini condotte negli ultimi mesi dai carabinieri di via Sant’Anna.
Lunedì, all’udienza di convalida, l’uomo assistito dal legale Dario Obizzi si è avvalso, su suo consiglio, della facoltà di non parlare. Principalmente in ragione della «scarsa conoscenza di elementi precisi di contestazione», almeno in questa fase iniziale della vicenda, non essendosi ancora concluse le indagini da parte degli investigatori.
Se dunque dalla Procura è stretto riserbo, anche dall’altra parte della barricata, per ovvie ragioni difensive, non si entra nel merito della natura del rapporto esistente tra l’adulto e la ragazza, oggi 15enne, iscritta alle superiori. Obizzi però contesta, e lo ha fatto in aula, la flagranza del reato, presupposto che ha condotto all’arresto, con i domiciliari poi revocati dal giudice. Insomma, dal suo punto di vista, «seri dubbi» sul fatto ci si trovasse di fronte a condotte inequivocabili.
«Ci siamo opposti – ha spiegato il legale – perché per noi, dopo l’ascolto della ricostruzione di quel venerdì sera svolta dal pm, non sussistevano i presupposti per l’arresto: non c’era lo stato di flagranza del reato contestato». Inoltre la ragazza, per capirsi, «era vestita». Ed è un dato di fatto ritenuto saliente – e non a caso l’avvocato Obizzi lo sottolinea – che «le richieste del pm circa la sospensione della potestà genitoriale per il mio assistito, che è padre di minore, e l’interdizione dei pubblici uffici siano state entrambe respinte dal gip».
Il professore, stando a Obizzi, continua dunque a svolgere il suo incarico a tempo indeterminato alla scuola media del Monfalconese. «In ogni caso – aggiunge – quantunque dovesse la dirigenza dell’istituto aprire un procedimento disciplinare, sempre dando alla persona possibilità di fornire la propria versione, questo dovrebbe ascriversi a condotte maturate nell’ambito professionale. Non solo: lo dovrebbe dimostrare prima di assumere qualsivoglia provvedimento».
Un ultimo elemento a tratteggiare una situazione «che mette a dura prova chiunque», lunedì il 43enne è arrivato in Tribunale «assieme alla sua compagna, che lo ha affiancato». «Quanto alle circostanze contestate – conclude sempre l’avvocato Obizzi – a noi risultano fatti recenti, vale a dire da novembre 2019 a oggi, lasso in cui la ragazza ha maturato i 15 anni». A seguito dell’udienza il professore, che resta indagato, ha visto revocata la misura restrittiva degli arresti domiciliari, con il solo obbligo del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la minorenne in questione. —
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